Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
Matilde Serao e Edoardo Scarfoglio 21 l'altra dialettale. La prima era foggiata per contrasto, per rea– zione sentimentale, idoleggiando una figura liliale che vedremo ripetuta sino alla monotonia in Bianca ,Maria del Paese di cuc– cagna, in Anna di Addio Aniore) in Suor Giovanna, della Croce e in tante altre eroine. Le virtù attribuite a questa figura immateriale sembrano aspirazioni personali dell'autrice; molte volte, anzi, sono addirittura il rovescio delle caratteristiche che rendono ricca e complessa la personalità della Serao; talvolta pare che l'autrice faccia, con un romanticismo ingenuo, la critica sentimentale di se stessa, tal' altra par che senta il bisogno di contrapporre un'astratta eroina alle figure riprodotte dal vero. Quando, in rac– conti come « Scuola normale femminile)), « Telegrafi dello Stato)), « Commedie borghesi)), « Signora dalle camelie>>, non interviene questa turris ebiirnea, o si rimane nei limiti dialettali del bozzetto o il verismo fotografico tenta di colorirsi in una tesi morale. L'esempio offerto dalla « Signora dalle camelie>> è più eloquente degli altri : un gruppo di fanciulle della piccola borghesia napole– tana ha avuto in dono un palco per una rappresentazione della (\ Signora dalle camelie>>; durante e dopo lo spettacolo l'ambiente del teatro e la vicenda del dramma sollevano un tumulto di sen– timenti nell'animo delle ingenue fanciulle; l'autrice descrive mi– nuziosamente gli atteggiamenti e le vesti goffe: La prima aveva fatto un tentativo di abito Pornpadour, mettendo dei nastri rosa sopra un abito azzurro: tentativo ingenuamente sba– gliato perché il rosa tendeva al rosso e l'azzurro era troppo cupo. La seconda portava quella toilette cara alle abitatrici di Foria, dove i1 giallo si mestola col marrone a furia di losanghe, di strisce, di pieghe, di maniche differenti : imbroglio inestricabile. La terza, si pavoneggiava in un abito bianco, cucito da lei, adorno di trina· lavorata a casa, sti– rato in casa, rialzato da nastri multicolori; giusto un anno e mezzo di arretrato sulla moda. L'ultima, infine, aveva fatta la felice scelta di una polacca verde-pisello, capace di ·dare l'emicrania a una ,persona di nervi delicati. Queste descrizioni hanno molto del resoconto, visibilmente ri– sentono l'influenza della cronaca mondana in cui la Serao fu mae– stra. Il cronachismo, anzi, sarà uno dei più costanti e gravi difetti della sua opera : in ogni romanzo, quando necessità costruttive richiederanno la descrizione d'una cerimonia o d'un ballo, ella darà di piglio a,i ricordi d'un evento realmente accaduto e ne farà una descrizione con mano francamente giornalistica, senza intuire la differenza tra la composizione artistica e questo genere di scrittura. L'equivoco derivava dalla confusione tra immediatezza dell'im– pressione gi@rnalistica ed esattezza veristica; ne risultava, invece, una descrizione estrinseca, superficiale, piattamente fotografica, ibliotecaGino Bianco
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