Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

14 L. Pirandello pissero che cosa chiedeva il bimbo con quel sorriso. Ma forse lo ca: pivano, perché avevano già dichiarato che cer!amente era uno dei casi davanti a cui non ci sa,rebbe stato da esitare, se la legge lo avesse permesso e ci fosse stato il consenso dei parenti. La legge è legge, perché crudele pqò essere, come spesso è, ma pietosa no, se non a costo di finire d'esser legge. Io dunque mi presentai a quella madre. La stanza dov'ella m'accolse era invasa dall'ombra e si ve– devano come lontane le due finestre velate sul livido barlume del– l'ultimo crepuscolo. Seduta sulla poltrona a pie' del lettino, la madre reo·o·eva tra le braccia il bimbo convulso. Io mi chinai su lui, bb • b 1 . senza dir nulla, con le dita davanti alla bocca. Il b1m o, a m.10 soffio, sorrise e spirò. Come la madre, abituata alla continua ten– sione spasmodica e guizzante di quel corpicciuolo, se lo sentì quasi ' sciolto d'improvviso tra le braccia e molle, rattenne un grido, alzò il capo a guardarmi, guardò il bimbo: - Oh Dio, che gli hai fatto ? - Niente, hai visto, appena un soffio.... - Ma è morto! - O:rà è beato. Glielo levai dalle braècia e lo dep9si così tutto sciolto e molle sul lettino, col suo sorriso d'angelo ancora sulla boccuccia pallida. - Tuo marito dov'è? Di là? Ti libero anche di lui. Non ha più ragione d'opprimerti. Ma poi tu resta sempre a sognare, bambina. Vedi che si guadagna a uscire dai sogni? Non ci fu bisogno che andassi in cerca del marito. Si presentò, come un gigante sbalordito, sullru soglia. Ma nell'esaltazione che mi dava la terribile certezza ormai acquisita, io mi sentivo già smisu– ratamente cresciuto, molto più alto di lui.·« La vita che cos'è! Guarda, basta un soffio, così, a portarsela via!>>· E, soffiatogli sul viso, uscii da quella casa, ingigantito nella sera. Ero io, ero io; la morte ero io; la avevo lì, nelle due dita e nel fiato; potevo far morire tutti. Per esser giusto verf:!o quelli che avevo fatto 'n10rire prima, non dovevo ora far morire tutti? Non ci voleva nulla, purché mi fosse bastato il fiato. Non l'avrei fatto per odio di nessuno ; non conoscevo nessuno. Come la· morte. Un soffio, e via. Quanta umanità, prima di questa che ora mi passava ombra davanti, era stata so:ffiata via? :Ma potevo mai tutta l'lilma– nità? disabitare tutte le càse? tutte le strade di tutte le città ? e le campagne e i monti e i mari? disabitare tutta la terra? Non era possibile. E allora no, non dovevo più nessuno, più nessuno. Do- . vevo forse mozzarmi quelle due dita. ;Ma chi sa se· non sarebbe ba- · stato il solo fiato. Dovevo provare? No, no: basta! Mi sentivo rac– capricciare,· al solo pensiero, da capo ai piedi. Forse bastava il soffio soltanto. Come impedirmelo? Come vincere la tentazione? BibliotecaGino Bianco

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