Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
Discorsi sulla guerra di Lucca 5 ha presupposto, io non so se io mi fussi pronto a consigliarla, per– ché le offese che noi abbiamo avute da quello Signore non sono tali che la giustifichino, non avendo lùi mai né fattoci lega contro, né rottoci guerra; e la querela d'avere mandato il :figliolo come soldato a servire più presto il duca che noi è assai debole; ma quando la fussi bene giusta contro a lui, non è giusta contro a quello popolo, antico amico e collegato nostro, e che altre volte ha difeso noi in nostri gravissimi pericoli e noi abbiamo difeso; né è stato per noi il più certo fondamento nelle guerre avute co' Pisani, però se ora è oppresso e soggiogato dalla tirannide, sarebbe ufficio nostro cer– care di liberarlo, non metterlo in più odiosa servitù. Dico più odiosa servitù perché una città libera, quando pure gli vengano gli infor– tunii, ha da reputare minore male essere più presto oppressa dalla servitù di uno suo cittadino che da servitù forestiera, perché più può sperare di liberarsi da quella che da questa: quella è manco vitu– perosa perché non conquassa tanto i costumi e gli ordini della città, perché in gran parte ritiene i costumi medesimi ed in qualche parte gli ordini antichi, e qualche ombra e immagine di libertà. Però sarà la guerra nostra non solo col tiranno, ma anc6ra col popolo di Lucca, né sarà manco ostinato a difendersi il popolo che tiranno, né farà mai novità contro a Paolo Guinigi per venire in servitù de' Fiorentini. Ricordovi che quando nel principio di questa guerra si assaltò Genova, che nessuna cagione mantenne lo stato del duca odiato in quella città, che il potere negli animi loro più lo odio de' Oatelani che del Duca. « Sarà adunque ostinata la, difesa de' Lucchesi e però, quando anche bene non fussino soccorsi, la guerra lunga, perché questa milizia d'oggi non espugna terre grosse, ma o le piglia per trattato o per assedio; il trattato a noi è incertissimo, lo assedio sarà lun– ghissimo, perché dove è ostinazione bisogna ridurli alla necessità col consumarli interamente, e nelle imprese, o nelle città che s'hanno a vincere per consunzione interviene come negli uomini ammalati di febbri lente, la vita de' quali, quando il male non soffoca anzi consuma, la vita è sempre molto più lunga che non è la opinione di tutti. « In questa lunghezza che speranza abbiamo noi che quando nes– suno altro, almanco il duca non abbia a soccorrerlo? È natural– mente inquieto, per natura inimico nostro e per antica sua dispo– sizione e per accidente : diventagli per la vicinità di Genova e per conto di Lombardia pericoloso questo acquisto; suole cercare le guerre con infinite spese e difficoltà, e ora che se gli presenterà una occa.sione tale, facile e senza spesa per il tesoro grande che ha il Signore di Lucca, e noi crediamo che l'abbia a pretermettere? Non ha fatto la pace se non per potere con più comodità ricominciare la guerra. Biblioteca Gino Bianco
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