Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931
Discorsi sulla guerra di .Lucca 3 che si facci prova di spegnere uno signore che per il passato è stato inimico nostro, uno che è per essere molto più, poi che già ci ha offeso, e che, per la vicinità di Pisa a quella città, per essere Lucca volta verso Lombardia, donde sempre vengono le nostre tempeste, può spesso metterci facilmente in gravissimi pericoli. « Ha la città con occasione di acquistare ed assicurarsi, facoltà di vendicarsi delle ingiurie ricevute, le quali vendicare pare assai agli uomini bisognosi, anc6ra senza speranza d'altro guadagno, con spese, pericoli e difficoltà. Loderei il perdonare, il riconciliarsi seco, p vincere le ingiurie con la benignità, ma in uno animo indu– rato, assuefatto a offenderci, si farebbe poco acquisto. Ha offeso, è tiranno pieno per lo ordinario di sospetto, inimico naturale della republica: pigliandone vendetta, non solo si conserva quella gran– dezza che si ricerca nei principi e nelle cose degli stati, ma si dà esempio agli altri che non ardischino offenderci, come per il con– trario lo essere tenuto paziente delle ingiurie dà animo ad ognuno a ingiuriarti. Meritano essere laudati sommamente gli uomini che non fanno offese a altri, ma non manco quelli che non tollerano ne sia fatte a sé : il risentirsene serve non manco a fine di utilità che a fine di vendetta. « 1 Ma consideriamo la facilità : ha già la guerra in casa e per– duto molte castella del contado; truova-si al tutto improvisto e sì debole che non può resistere a un povero condottiere; è tiranno, che vuole dire che ha il popolo inimico, in modo che arà non solo a combattere con gli inimici di fuori, ma a stare con sospetto di quelli di drento; non ha di fuora amici e dipendenze essendo nell'ultima pace restato escluso da ognuno, né le condizioni di Italia sono tali che abbia a sperare alcuno soccorso; tutti quelli di Toscana o sono nostri sudditi o collegati, né alcuno si potente che possi contro a noi entrare in tanta impresa; Veneziani non si moverebbero con– tro a noi, ed il Duca secondo i capitoli della pace non può soccor– rerlo, né è credibile la voglia rompere avendola tanto desiderata ed essendo stato tanto segnato 1 ) della guerra, né ci avendo drento in– teresse; il papa se ha male animo contro a noi pregherà forse Dio per lui, ma se consideriamo la sua natura ed i modi con che sempre è proceduto, non è pericolo ci interrompa. « Altra era la potenza e la reputazione di Pisa e nondimeno si vinse, credo perché ·avevamo la causa giusta, ma non manco perché Italia era disposta in modo che nessuno ebbe animo o facoltà di aiutarla: sono ora i termini medesimi, e però possiamo sperare il medesimo fine, e con tanta più facilità quanto Lucca è più im– potente. 1) Parola di molto dubbia lettura. ,BibliotecaGino s·anco
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