Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
Classicismo critico di Renato Serra 697 fronte a certe correnti ed uomini rappresentativi. Tutto questo non è bastato a trattenere qua.lcuno dal definire il suo classicismo poco meno che un'etichetta. Come sia andata la cosa è risaputo. Un bel giorno apparve evi– dente che tutta la letteratura del novecento prebellico poteva essere classificata sotto la denominazione comprensiva di neo-romantica, specie per quella parte che si era volontariamente circoscritta nel frammentarismo. Si fece presto, estendendo la qualifica anche alla critica del tempo, a designarne i responsabili. Serra, negli -anni che precedettero e seguirono immediatamente la morte, per via. della popolarità procuratagli da alcuni amici della Voce) sarebbe stato il capintesta della critica del frammento, il critico puro durante la disperata ricerca della lirica pura. Noi non diciamo quanto di sommario· e di inesatto abbia questo apprezzamento pur nei rispetti della cronologia. (Serra in vita non fu mai un caposcuola, si tenne •isolato perfino materialmente, e pubblicò poco, quasi in privato). Ma è anche vero che equivoco ci fu, per eccesso d'amore, e alcuni amici esagerarono nel salutarlo un novatore assoluto, il primo che avesse preso ad esaminare la poesia pezzo per pezzo, nella sua essenziale natura. Fra questi amici si fa con più insistenza il nome di Giuseppe De Robertis, ingegno acuto e attentissimo, che avrebbe avuto il torto (leggi Flora : Dal romanticismo al futurismo) di farsi il teorizzatore di questa sorta di critica. In verità il De Robertis, appunto' perché il più vicino a Serra, fu quello che in un certo senso eccedette di meno, e se dobbiamo guardare alla bibliografia essenziale da lui approntata (il miglior esame critico che cono– sciamo, a tutt'oggi, sull'argomento) ci imbattiamo anche in rilievi su alcune limitazioni dello spirito serriano che andrebbero ripresi con profitto. Ma posto che il nome dello scrittore romagnolo servì arbitra– riamente a giustificare un. certo moto o stortura della letteratura contemporanea, che se ne fece, per malvezzo polemico, un contrap– posto al Croce (egli del resto aveva provveduto da sé a definire i rapporti col filosofo abruzzese) noi non dobbiamo lasciarci turbare da queste. appropriazioni indebite. Per far presto prendiamo una delle frasi più incriminate di Serra : « Bisogna cercarla [la poesia J in ciò che è la effettiva realtà delle scritture, nelle parole a una a una e nelle composizioni di pa– role e nella scelta e nelle mutazioni e nelle giaciture delle parole : ché tutto quello che nei libri si trova sorge da questi principii JJ. , Frammentarismo o classicismo ? Badate intanto al carattere di tutto il saggio di cui fa parte la citazione : Serra insorge contro il tentativo di turbare la gerarchia tradizionale degli scrittori d'Ita– lia, di spostare le preferenze dal secolo XVI al XVII e al XVIII, dal corso centrale letterario e toscano, dalla poesia insomma, agli BibliotecaGino Bianco
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