Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
694 A. Piccone Stella mossa l'accusa, come da tutti è. risaputo, cli riuscire, malgrado ogni contraria apparenza, decadente e romantico. Nulla di più insuffi– ciente che il voler poggiare una discussione sull'eterno dissidio di questi due termini malfidi, ma poiché il problema della critica serriana può trovarne qualche chiarimento, noi ci arrischiamo ad insistere. · Si fa presto a dire, sulla scorta· di quanto ultimamente ha ripe– tuto uno dei più insigni studiosi di Serra, che il Nostro come gusto letterario piegava al clasidco ma come atteggiamento· critico veniva a trovarsi tra gli ultra-romantici. Il che significa propriamente mettersi d'accordo sulla terminologia e trascurare il resto. Neppure ci convince la tesi che il classicismo serriano sia da considerare non un'esigenza intima e conclusiva del suo spirito ma soltanto un sen– timento di disciplina e di modestia accettata temporaneamente, quasi in attesa di liberarsene in un periodo successivo. Che si trat– tasse anche di autosorv.eglianza per il timore di eventuali disper– sioni, sta bene: questo appunto rientra nell'ordine della sua con– cezione. In quanto allo sbocco che avrebbe avuto la sua piena maturità, nessuno può dirlo: per ciò che ci ha lasciato nelle testi– monianze-scritte, è visibilissimo per molti riguardi che egli si era messo su una strada maestra che non aveva nessuna intenzione di abbandonare, liberamente la.sciando intravedere che in fondo ad essa avrebbe :finito col trovare la pienezza della personale origina– lità. Né si trascinava dietro troppe scaglie da abbandonar per via, essendo il suo umanesimo non limitazione ma ricerca di equilibrio, anche se talvolta lasciasse trasparire, per contraddizione polemica · alla moda del tempo, qualche vezzo di pedanteria e di rigore sco- lastico. · Se mai l'opera di ,Serra vuol r·appresentare qualcosa di essen– zialmente nuovo e notevole nel quadro della cultura contempo– ranea, ciò è dato dal proseguimento della nostra. tradizione clas- / sica, in critica ed in arte, compiuto da uno spirito attuale che non tornava indietro per purismo o acca.drmismo o comunque per riesumare ad arbitrio un indirizzo esaurito, ma per riallacciarsi in linea diretta ai suoi maggiori, per avanzare su un terreno sicuro e ben delimitato, per non perdersi negli sperimentalismi formali che la moda. s'incaricava dì divulgare secondo le sta.g-ioni, dal mo- . mento che egli aveva trovato, dicia:i:no pure con una espressione corrente, la sua fonte di vita beneiìcata dal divino dono della peren– nità. Questa posizione, conquistata dopo un severo periodo di asse– stamento, giustifica tutto il suo lavoro e tutte le sue aspirazioni: la calma e la misura dei giudizi, la scelta parca degli autori pre– diletti anche tra i moderni, il bis ogno di c onquiste totali e stabili in contrapposto a certa lentezza e freddez.za dei suoi processi, l'one– s~à della 'preparazione come il ri serbo negl i entusiasmi e l'abban- BibliotecaGino Bianco
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