Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

Lacrime 691 - Ness uno mi. ama, nessuno mi ama, - ripeté anc6ra una volta aspettam.do di momento in momento il compiersi ,dell'evento provo• cato ; e a un tratto vere lacrime gocciarono prima rade e dopo più spesse dai suoi occhi nel buio. Ohe stram.a, stupida cosa un pianto così ! U1110 sfogo dei nervi a cui egli restava straniero; ma iilltanto a.Ue lacrime s'erano aggiunti i singhiozzi, e provava un godimento impensato ad abbaindo,narsi completamente all'onda del pianto. Accese la luce, si mise d~v·anti a.no specchio con i gomiti sul cas– settone come se guardasse il dol ore d i un altro senza dividerlo; e voleva sottolineare così che poteva beffarsi ,di quelle lacrime anche se cadevano dai suoi proprii occhi, che egli restava lo stesso Eugenio che mezz'ora prima si sarebbe potuto vanta-re cli non averne ver– sate mai. Venne Tilde a cerca,rlo. S'era accorta di quel suo tremare e piangeva ainch'ella nello stesso modo. - Stupido, - diéeva, - ma tu piangi. ... Si abbracdarono, come due fratelli piccoli che prima, litigaino e ,poi fanno la pace. Ogni tamto si guardavano per commuoversi an– c6ra. Sapevano entrambi che nonostante l'abbraccio la diversa ragione di pena che li aveva condotti per vie diverse a quel puillto rima– neva eguale in ciascuno; e le lacrime passav•a,no sopra la loro pena senza toccarla. EURIALO DE MICHELIS. BibliotecaGino Bianco

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