Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
Lacrime 687 T-orinata la lucè col ruruor degli applausd, il palco Donà no111 era più vuoto. Ella sedev·a davanti, sorride111doa qualcuno; i fini capelli biondi, tagliati più giù della nuca, erruno acconciati così da scoprire le orecchie; sul parapetto del palco appoggiava il braccio, nudo fono all'·attaccatura della spal1a. Certo U111 braccio brutto, Eu– genio 1o sapeva benissimo, sarebbe rimasto brutto comunque atteg– giato; ma egli 1110111 notava di quello la squisita fattura, ,gracile senza magrezza, sì proprio il modo di telllerlo c,ome se in ogni movimento anche in00nscio eHa mettesse irndicibilmente una parte dell'anima sua. Più piccola sembrava, vista di lonta.no in mezzo alla folla, e seb– bene subito gli fosse dispiaciuta la lontananza e la folla, che gliela faceva più lontana ancora, tuttavia fu contento di poterla guardare così, pensando le parole d'amore che avrebbe potuto dirle. Gracile perché fosse più dolce sentirla tremare stringe"D-dola, Eu– genio la sentiva tutta feminile, pronta ad annullare se stessa in una volontà superiore, come Ulllaroba, di seta che aderendo carezza e chiusa nel pugno si può vellicars,ene il volto senza farsi male. Ma proprio perché era così gracile e fra.gile e bionda, piegarsi da– vanti a lei doveva essere più dolce che non piegarla, come chi s'è creato egli stesso e può distruggere v-olendo la potenza che adora. Allora aveva incominciato a d~siderare di andarle vici1110 e non l'aveva fatto subito solo per prolun,garsi la pena di ,desiderarlo. La musica non gli importava più, si :rà.peteva che nel prossimo i111.ter– vallo sarebbe anelato, ed era lieto che non gli cessasse frattanto quel– 'l'esaltazione i1ncui parole d'a,mor•e 111.ascevano a una a- una come se finalmente l'amore fosse 111.ato in lui. Tremava, bussando alla porta ,del p,a.Ico, e si sentiva tremare. ,Ma c'era ·altra gente co111. lei, aveva dovuto salutare altre persone prima di saluta,rla, il sorriso con cui ella gli disse di averlo atteso non bastò a condurre fra loro l'atmosfera d'amore. Utn'altra volta Eugenio fu deluso di sentir sorgere nel suo prop,rio cuore quel muro di ghiaccio, sottile così che gli permettev·a di vedere la delu– sione di lei, e un niente poteva spezzarlo ma niente lo spezzava mai. Ln fondo a tutto tor1nava alla mente di Eugenio, facendo il resto più amaro, il litigio con Tilde. Forse egli era stato ingiusto nella sua volontà ·di ferir1'a; ma d~ troppo tempo gli seccava che la gente estra– nea si arrogasse di entrare in queste sue cose, con supposizioni e allusioni ,più o meno velate. La gente' va. diritta all'ultima conse– guenza,, se scopre due s,guardi incrocia,rsi, una fanciulla e un gio– vinotto sorridere insieme; e parlai di nozze e del luogo -ove la ce– rimonia sarà celebrata e magari del primo bambino, quand'o ancora per gli interessati più importrunte· di tutto è chiarire il significato di un gesto dell'altro, di un prop,rio pensiero. Ed Eug,enio si era ,en– dicato con la sorella, che forse veramente gliene aveva parlato per la prima volta, di un fastidio che non gli veniva da lei. BibliotecaGino Bianco
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