Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

686 E. De M iohelis I I . I I tare d1e ella si mostrasse, i111quietoe curioso dei progressi che avrebbe o no fatto in lui medes,imo il sentimento incerto che da troppo tempo l'-occupavia senza chiarirsi nei riguardi della fom– ciuÙa. Ancor ieri, i,nco111tram.dola- per istrada, ne aveva sù:bito avuto una gran gfoia, impulsivamente, prima dii. potersene chiedere il significato; e poiché anch'ella lo aveva sc,orto, appena girato l'an– golo della calle, di lontano s'erano sorrisi entra,mbi, egli aspet– tmndo, ella venendo a lui, senza tentare di nascondere il concorde sentimento a cui obbediva,no. EHa era più elegante e bella di sem– pre, ogmi volta a Eugenio pareva così: un 'elegam.za a cui soltanto la sua belli~zza sembrava dare rilievo, c-om ese qualun que altra roba le dovesse sta,r bene nello stesso modo. Eugenio per lei sola aveva :incominciato a-d accorgersi di queste -cose, e Oglllivolta ne osservava le movenze, la pettinatura, la dipintura più o meno segnata delle labbra sottili, le tinte tènere che non hanno nome da lei ama,te per i suoi vestiti, come per chiedere a queste cose sensibili il segreto di quella sensibilità feminile che lo turbava. Tuttavia, ,non appena ella era giunta a lui, ogni turbamento l',a-veva la sciato, inesplicabilmente come semp,re: o forse perché fra.ttam.to egli aveva avuto modo di ainalizzare in sé le ragioni di quella gio ia, di quell'attesa, trovando ciascuna insufficiente a pro– durla,. Le avevia sorriso come si sorride a e-olei che l'anima nostr-a ha riconosciuto prima d[ noi; ella era venuta -così, pronta a ricevere la parola -d'amo-re che da lungo tempo, 1I1ondetta, ,aleggiava fra loro; ma Eugenio s'-era tr,ovato freddo, straniero a lei, straniero a quel sentimento che egli non poteva accettare perché iinaffer-rabile dalla sua ragione. « Urna doona come le altre. La mia vita nelle sue mani: scioc– chezze! Voglio proprio vedere se arriverò a credere veramente queste c-ose, a dirle c-osì ». · Ma poiché stava attento a sorvegliarsi, nessun altr-o sentimento nasceva in lui se non la coscienza che gli fosse impossibile amare. A Eugenio non p:ùaceva la musica, veniva aJ. concerto soltam.to per vedervi lei; era contrl'l,riato di quell'imprevisto ritardo quaindo, fàttosi buio, incominciò a suonare l'orchestra. Suonava Beethoven. A poco a _poco,contro ogni sua volontà, U!ll dolore sor,do, come u,n pugmo di ferro che gli premesse il cuore, s'era impadronito di lui; ed egli s,apeva che soltanto la musica gli dava questo dolore, e lo trovava irragionevole e assurdo. Si sforzava di capire il sentimento sempre dli.verso che esprimeva Ogllligruppo òi note ritornando più sommesso e più forte, a volte come un grido, a volte come un sospiro, nella sinfonia tragica,; avrebbe voluto che nel programma tutto fosse spiegato ana-liticamente, avrebbe voluto rimuovere da sé quanto il suo intelletto luc;ido non sapeva risolvere in unl'I,formula pr,ecisa. E il tormento di non potere far ciò accresceva l'altro tormento. BibliotecaGino Bianco

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