Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

LACRIME. Rincasam.do dopo il concerto, Eugenio e Tild'e dovettero fare un pezz.o di strada con alcuni cooos.centi che abitavano dalle stesse parti; poi contiinua,rono in -silenzio, fratello e sorella. Come sempre qu3il!do non si è potuto, com'era nel desiderio, coltivare Ulil proprio malessere occulto, Eugeinio era scur-o; anche a Tilde l'insolito di– vertimento 1110n aveva camcellato, dentro, il malumore di sempre, ma per dimostrarsi ,grata al fratello di averla condotta si sentiva in obbligo di dirgli qualche cosa che lo iinteressasse. - E allora, - incominciò sorridendo, - attacchi o non at- tacchi, con la Do111à? - Scusa, cara. Questo non ti riguarda. Tilde si sentì offesa 111ella sua ·intenmone gentile. - Non avrò mica commesso un delitto, spero, a iinteressarmi. - Affatto. •Mafaresti meglio a occuparti dei fatti tuoi. Per la sua pl'opria sgarbatezza più crebbe in Eugenio il males– sere che gliel'aveva suggerita, come un dolore, - ma 1110n era do– lore, - a cui avrebbe giovato s oltam.to uno sfogo che iJn ogni caso sarebbe stato difficile ma ora impossibile. E più tardi, non riuscendo a prendere sonno, minuto per minuto rivisse la dolceamara serata per limitare quel malessere vago dandogli un motivo, che tuttavia doveva sfuggirgli perché non era in nessuna cosa specialmente, ma un poco in ciascu111a. Unico momento lieto, di una lietezza superficiale che 1110n lascia traccia, quando sporgendosi dal palco il teatro gli era apparso colmo di gente : il bel teatro settecentesco ove gli stucchi dorati e il verd'e del sipario si accordano con s:ì: lieve sfumatura di grazia ~i paralumi rosa, talché sembra di svegliarsi a un tratto, come nella fiaba di Allldersein, 111el palazzo sottomarino delle principesse Sirene. Le luci a un tempo ricche e discrete, la folla tutta elegante· nel vestire, nel gestire e in quel sommesso parlare che 1110n fa rumore ma brusìo, coo in volto l'espressione di chi, sodisfatto corpQralmente, pregusta UiII godimento migliore: ogni cosa era quale dloveva essere, .senza . parere; ed Eugenio era contento di sentirsi egli pure intonato a quell'eleganza e partecipe di quello stato d'animo. Il palco Donà era anc6ra vuoto ; Eugenio incominciò ad aspet- BibliotecaGino Bianco

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