Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

Lettere di Giosue Card'!wci a Giitseppe Chiarini 681 stare nel libretto delle poesie mie: che allora con più coraggio farei una parte a sé delle poesie che più sentono lo stile dei primi secoli della letteratura nostra: alle quali poesie che titolo metteresti tu? a me non riesce trovarlo. La carta in che è impressa la Lauda dee pur esser quella in che saranno impresse le R,ime Toscane. Biso– gnerebbe ché alcun di voi (tu non potrai) senta al magazzino Chiari e Volpini (ove vendesi, e portisi la mostra) quanto valgano due risme e mezzo di essa carta, intendendosi sempre che la risma sia composta di mille fogli da stampa: insomma io ho l'idea di stam– parne 400 copie in quella carta. Per lo che anche occorre ch'io presso a poco sappia quante sono o possano essere le firme fiorentine. Le persone a cui detti manifesti, eccole: Chiarini, Donati, Prezzo– lini, Sansoni, Cavaciocchi, Mariotti, Ceni, Travaglini, Gargiolli, ... e.... e.... chi se ne ricorda? Già questa è una cosa fatta alla passata in cui probabilmente ci rimetto io : e questo è il guadagno. Poco importami vedere il mio nome i,;tampato in cima a una ventina di componimenti che pochissimi intenderanno, due o tre leggeranno sbadigliando senza intendere, tutti disprezzeranno e fin quelli che meno li avranno intesi! Ahi stoltezze. Stoltissimo tutto, e lo stu– diare e il credere alla fama e il desiderarla, e più grande stoltezza stoltissima il credere e pretendere di pensare bene soli fra milioni che ridono o compatiscono, e dirlo a faccia a cotesti milioni, e pi– gliarci il maledetto sdegno. Ragazzaccio impertinente, avrebbon ragione di dirmi gli italiani, e chi se' tu che col latte ancor sulle labbra pretendi sedere a scranna e insultare noi venticinque mi– lioni? Degna tua punizione il sorriso e lo scappellotto. Sta bene. E io, siccome quegli che fo un gran gridare con pic– ciolette forze, a mo' della rana e della cicala, dovrei pigliarmi lo scappellotto e buoi. Presunzione da ragazzi : per dire a un secolo intero, tu fai male, tu pensi male, tu dici male, altre faccie vo- _ glionci che la mia, altri studi, per Dio! Or sia così: e gli Italiani mi deridano e mi piglino a scappellotti, ben mi sta : né fiaterò. Orgo– glio ! come se gli Italiani volessero curarsi del librettuccio mio il quale dalle mani di pochi :ragazzi e giovanetti, passerà, come dicea Fra Gargani, a formare aquiloni a' fanciulli e anime a dipanar go– mitoli alle signorine. Rammenta al Cavaciocchi mi mandi a dire prestamente come sta l'affare della ca,ttedra in filosofia a Pistoia: al TargiÒni mi mandi almeno la versione dello inno di Oleante a Giove. La Cronaca ,del Oompag_ni edizione Guasti Prato holla la– sciata da niun di voi ? Addio : li francesconi due ricevesti ? CARDUCCI. BibliotecaGino Bianco

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