Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
Lettere di Giosue Carducci a Giuseppe Chiarini 679 studiato anch'io, ho voglia di stampare una mia traduzione lette– rale e nel medesimo tempo italiana del I dell'Eneide. Devi dire a Targioni che senta dal pubblicatore delle commedie del Cecchi e -delle opere minori dell'Ariosto se lo volesse pigliare nell' Ammoni– tore scolastico dove una infamissima ne stampò un porco prete che -sichiama di nome Cherubino. Amerei pubblicarla prima delle poesie. Desidero che tu mi accenni dell'ode alcaica i luoghi che tu credi degni di correzione: ora è il tempo, per mandarli; anco desidero :sapere se le Poesie del Mamiani sono uscite. Del meglio mi scordavo : quattrini ora non mando perché il padrone di casa mi sta alla gola con un conto di quasi duecento lire minacciando. Alla :fine del mese sono costretto a farmi fare un imprestito: allora manderò intere le venti lire che devo dare, -e anche più se posso. Per l'anima mia credi, Chiarini, che scrivendo questo mi vergogno di me altissimamente: che avevo promesso ,e potevo dare e per la mia bestialità vilissima ora sono in istato da -dover necessariamente mancare di parola agli amici, e ad amici come voi siete: io porca bestia vilissima laidissima, non degno certo di voi. Meglio è morire : spaccarmi il cranio o buttarmi in un pozzo non posso, perché non ne ho il coraggio : io piglierei veleno ma se non ho né pur un picciolo da comprarlo. Laido bestione, mi am– mazzerò bevendo molto alcool: quello a credenza me lo danno. Odi che coniglio che sono : al caffè avevo un conto di 35 lire, tutto per ponci e rum bevuti in meno di un mese: ma ora studio: studio, ·è vero, ma anche bevo. Ohe vita! Che vita! ed è forza ch'io beva per .assopire tutta la rabbia c'ho addosso: altrimenti impazzo. Nono– stante ipocrita non sono : il più delle volte la virtù la sento, la ·sento veramente: vero •è che è una virtù a modo mio. Addio, stai bene: deh, non cessate di amarmi almeno voi: scri- 'vimi subito e molto! Addio Chiarini. · GIOSUÈ CARDUCCI, Riapro la lettera per raccomandarti i manifesti : sola speranza per ritornar io, pagati i debiti, è quella pubblicazione. Mandami a dire qualche cosa. III. S. Minia.to, 15 maggio (1857). Carissimo Chiarini Onde il silenzio con me che tanto premurosamente ti chiedeva una risposta? Siete sdegnati meco tutti? Allora ditemelo aper– tamente. Ovvero, quel che ho temuto fino ad ora, sei tu malato? BibliotecaGino Bia11co
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