Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

LE PRIME POESIE DEL CARDUCCI. LETrli:RE DEL POETA A GIUSffiPP!i: CHIARINI(l857). Gli anni che corrono dal 1855 al 1E<6J furono tra i più agitati nella vita del Carducci ,e non a torto i biogr31fivi' si sono soffermati con mag– giore insistenza. È questo il periodo di lotta più aspra per la vita e per l'arte: battaglie dure entrambi, guadagnate non senza amarezze e con– trasti, ma nelle quali si formò e temprò la personalità poetica del Car– ducci. La Scuolà Normale, 1SanMiniato, la Diceria e la Giunta alla Derrata, la pubblicazione delle rime presso il Ristori, il processo per misocri– stismo, la morte del dottor Michele Carducci, Firenze, Pistoia e in– fine Bologna: ecco le tappe, o meglio, i nomi di queste battaglie. Nelle quali il Carducci portò tutta la robustezza del suo ingegno, l'impetuo– sità del suo carattere, lo spirito di ribellione assimilato in famiglia fin dai primi anni della sua infanzia, l'esperienza dello studio, tenaçe e incessante. Il Ca,rduoci conobbe il Chiarini in Firenze, dove si trovava presso alcuni parenti durante le vacanze (era, allora normalista) e aveva su– bito familiarizzato. L'amore grande che entrambi nutrivano per la poesia e le idee· concordi in fatto di letteratura subito li avvicinarono. Il Carduoci comunicò all'amico il suo entusiasmo senza limiti per i clas– sici greci e latini, per gli scrittori nostri reyùbblicani del '300, nazio– nalissimi del '500; il. Chiarini ìa sua smisurata ammirazione per il Leopardi e per Pietro Giordani, prosatore elegantissimo. Fin dalle prime lettere che il Ca,rduoci scrisse da Pisa, terminate le vacanze, si sente l'eco di quelle lunghe prime conversazioni nelle dolci serate fiorentine. A Firenze ·c'era, oltre al Chia,rini, un gruppo di amici del poeta: il Targioni, il Gargani e il Nencioni che con lui avevano studiato alle Scuole Pie sotto la guida del padre Geremia Barsottiri.i, uomo colto e di vivace ingegno, e, sebbene romantico, grande ammiratore dei classici. Tra gli amici di Firenze e il Carducci, le relazioni epistolari erano continue. Sicambi d'idee intorno a libri ed autori, notizie ,sui propri studi e la– vori, incitamenti conti,nui ad approfondire le conoscenze e a meglio fare, erano trasmessi, a mezzo del Chiarini, ehe del circolo fiorentino fungeva quasi da segretario; ed ecco perché questa corrispondenza è senza dubbio, , fra tutte, la più interessante e eopiosa. A sera, al caffè, credo fosse il BibliotecaGino Bianco

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