Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

I DELFINO CINELLI e lNQIIEMIL .LIRE ROMANZO• L. 12 (< DELPINO CINELI.l oggi è uno dei nostri narratol'i più amati ecl è rimasto fedele ai con– tadi~i ed alla sna. campagna toscana .... Egli possiede in realtà 'l 'o<\or di terra' come nessun altro dei nostri scrittori e il suo paesaggio è il più vivo, il più definito, il più ricco di non arH6ciose linfe che sia possibile incontrare nei libri. Al' pari di ogni vero artista. egli segue ciò che la natura ha privilegiato in lui. ... Come la lingua del CINELLI, dove sono insieme sobrietà e sapori profondi, ba s~mpre in sè quell'agile e svincolato che è nei dialetli, così la camp&gua riceve l'anima della Tita dei contadini ... Dalla natura si trascende allo spirito. Non per questo, do'f'e fa bisogno di un!), manO schietta e forte viene la mano clel Cr– NELLI a mancare. E _anche le Cinquemila lire contano al sue attivo d:. n,arratore ». . S1LvIO Bx\co nel Piccolo della Sera. <, Cinquemila lire è' un bel romanzo, concreto, vivo, sanguigno, da far pensare che le esequie del romanzo siano cantate gratis e anzi tempo, e che, se riusciremo a scriverne an– cora a lungo così, il romanzo non fiorirà più e, non ci vorrà pih che un passo ancora per rinnovurlo sul serio. Cinquemila lire fa pensare sùbito alla Trappola; c'è lo stesso vigore espressivo, la stessa rapidità cli moti, la stessa elt,ganza nerboruta del disegno e qualche cosa cho arieggia udo alla aulica novella toscana del Sacchetti e del Lasca, dà pure non so che sa– pore di freschezza non consueta allo stile. So non che Cinquemila lire è forse anche più ni- tido di Trappola, e certo è più profondo .... E quanti altri episodi fol't.i, robusti, rappresen- tati con pochi tratti decisivi, efficacissimi .... Insomma il romanzo del CINELLI mi pare ·una delle sue cose migliori ». FERNANDO PALAZZI, L'Italia che scrire, marzo 1931 « Cinquemila lire .... racconto è, senza dubbio, e uno dei più forti che abbia letto in questi tempi. ... E poi" nn sènso profondo della colpa e della necess~tà, o fatalità, d8ll'espia– zione; un senso, tanto più efficace, quanto meno ostentato, della bontà umana, capace di tutti i miracoli. Infine un sentimento della natura che nel CINELLI è tutt'altro che nuovo .... CINELLl ha unaotSua propria. cordialità di sentire, una sna propria semplicità d'ideare .... ». LUIGI To~ELLt, Il Marzocco, 22 marzo 1931. FRATELLITREVES MILANO ioteca Gino Bianco

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