Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

768 A. OASELLA, 21 + 26 inassimilabile per noialtri discendenti di quegli antichi Romani che co– struivano strade e acquedotti in mezzo alla cruda chiarezza plastica dei nostri paesaggi» (p. 40), - dobbiamo all'impressionismo il « supera– mento>> del verismo, all'atonalismo la liquidazione dell"armonia cro– matica, al neoclassicismo il ripristino dei valori lineari e costruttivi, al neoromanticismo con la forte ripresa verdiana la sconfitta, che già appare certa, di tutte le forme dello intellettualismo, dal misticismo p,seudocattolico all'ironismo di marca anglosassone: chi può dire che cosa ci riserba l'avvenire? ' Di parec-chie altre cose si discorre nelle pagine di questo libro gustoso e vivace: di Leone Tolstoi e di una visita che il musicista italiano gli fece à Jasnaia-Poliana nel 1909, di Debussy, di Ferruccio Busoni pianista, di Puccini« maestro sovrano dell'arte sua, e in pari tempo esempio ma– gnifico di bontà, di gentilezza e di serenità», di Manuel de Falla e di Fauré, d'Arturo Toscainini e di una prova ge~erale alla « ,Scala>>, rlel jazz (a proposito del quale si leggono acute osservazioni e sagge dedu– zioni), della Russia sovietica; quasi sempre in un tono donde la passione sembra assente, anche nella polemica, e con lo stile trasandato ma preciso cui Casella scrittore ci ha avvezzi e che ha il vantaggio di esporre sche– maticamente le idee, senza veneri letterarie, e di arrivare prestamente alle conclusioni. Le quali, anche se non trovano sempre consenziente il lettore, riescono a suscitare quelle discussioni e quei contrasti :Chedeb– bono esser graditi al combattivo autore quarantasettenne. Gmoo M. GATTI. U Go 0JE'.l'.TI, Direttore responsabile PIETRO P ANORAzr, Segretario di redazione TIPOGRAFlA EN.RICO ARIANI · VIA S. GALLO 33 • FIRENZE BibliotecaGino Bianco

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