Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
A. O.A.SELLA, 21 + 26 767 riografia,, non è la morale né'la religione, ma la perfezione artistica « che a:ssomma in sé ed esaurisce qualsiasi contenuto morale e religioso)), essa non è di certo raggiungibile con la ,sola perfezione degli istrumenti. Per queste ragioni (oltre che per quella di carattere generale, che nessun artista può sentirsi mai alla mèta., per l'essenza stessa della creazione artistica) ci sembra che Casella si abbandoni ad un'illusione d'ordine pratico dichiarando d'aver trovato, - in età di ventuno più ventisei anni (ecco la chiave del titolo sibillino), - la definitiva solu– zione del suo « problema personale)) e di aver raggiunto lo scopo di tutta una vita. Vogliamo anzi credere che le parole siano andate qui oltre i.1 pensiero e che l'opera futura dell'autore di Scarlattiana sia per riser– ba.rei anc6ra gradite sorprese. Come, dunque, abbiamo l'impressione, e insieme la speranza, che l'attuale «maniera>> di Casella non rappresenti che una tappa del suo cammino, una tappa magari più lunga e più importante delle precedenti, ma tutta.via da lasciarsi, presto o tardi, addietro, altrettanto pensiamo della musica che si scrive in Italia da qualche anno, naturalmente da quei giovani cui Casella si rivolge e incita e sermoneggia nelle ultime pagine del capitolo che ha per titolo De~la nostra attuale « posizione)) musicale e della funzione essenziale dello spirito italiano nel prossimo avvenire della musica europea. La musica italiana. dell'avvenire, uscita immune dalle molteplici e contraddittorie influenze, o infezioni, d'oltralpe (im– pressionismo, atonalismo, strawinskismo, Neue Sachlichkeit, neoclassi– cismo, e via dicendo) deve ristabilire l'ordine nell'Europa musicale tenendosi stretta alla sua tradizione : ad essa Casella assegna, come già alla propria musica, una funzione essenzialmente di destra. « Oggi, più che mai, sembra esser l'Italia la terra che difende ad un tempo il di– ritto romano, ma consegna d'altra parte, come nella rossa Russia, il sindacalismo lavoratore nelle ferree mani dello Stato. E cosi avviene nell'arte musicale, dove la nostra espressione moderna sembra ormai raggiunta nell'equilibrio fra l'immenso passato nazionale ed il dinami– smo-costruttivo di questo febbrile secolo». Quest'ultima formula di ~on– ciliazione è un poco ambigua e può giustificare una ripresa di quel neo– classicismo che Casella- ci assicura superato (ma quante mai cose non sono state «superate))' anche secondo l'autore di questo libro); e ci viene il dubbio che l'ordine finisea ·per prevalere sulla fantasia, lo schemai formar listico sulla libera invenzione, sino all'instaurazione, come già fu nel Set– tecento, d i una specie di linguaggio uniforme, internazionale e regola– menta.re, simile a quello degli atti di notaio. Fissare i limiti e i li– ne amenti della tradizione, di una tradizione come quella italiana si mirabilmente varia, mutevole e sorprendente ad ogni svolta, potrebbe incoraggiare, preparare una nuova, routine che sarà diversa da quella tanto deprecata del melodramma veristico, ma u-on meno dannosa. Nella vioenùa del gusto e nell' alterno prevalere delle tendenze artistiche, nulla si perde e tutto ha la sua funzione storica,: anche quell'impressio– nismo, contro il quale si appuntano g11strali di Casella e di molti altri e di cui l'influenza « fu un puro perditempo per gli italiani che disgra– ziatamente la subirono». Dobbiamo all'impressionismo, - « sirena bel– lissima è vero, ma nata su rive di nebbia e di mistero, ed assolutamente B'ibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy