Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
760 S. ZWEIG, Tre poeti della propria vita con grande penetra.zione e magari sostanzialmente veri, s?no stati,· nell_o sviluppo dialettico che loro ha dato il critico, un po' forzati? E come m:3a, per parlare della manchevolezza che più ci ha colpito, lo Zwei~ non SJ. è aiccorto che tra il primo e il secondo Tolstoi non c'è poi uno hiatus cosi enorme, e che il mondo morale, il senso della religione e del bene erano già non solo in Anna Karenine, ma anche in G·uerra e pace? . Un altro preconcetto romantico dello Zweig è questo: l'adorazione della sincérità anonima e inartistica, in lui che pure è adoratore del- 1' «io>> e dell'arte. E lasciamo andare che nelle memorie di Casanova ci sia, cli là dalle falsificazioni dei fatti e delle date, una sincerità colossale ' di temperamento, proprio nella spregiudicatezza, nella vanteria e nella sfacciataggine; ma sarà in tutto vero che ·Stendhal scrivesse solo per il proprio piacere e per quello, tutto solitario, di veder chiaro in se stesso, e che la famosa frase : « je serai célèbre vers 1880 >>abbia meno valore, contenga in se stessa minore speranza,, di quanto dicono le parole? Ma c'è soprattutto un punto sul quale vogliamo chiamare l'atten– zione del lettore. S'è detto come lo Zweig sia un romantico e in fondo un idealista; ma egli è anche un seguace della psicanalisi, con quanto di scientifico e di positivo quella dottrina vuole avere e con certe sue predi– lezioni per un campo determinato. Forse da. questi contatti o per un contrasto, non raro, negli intellettuali o per amara esperienza di vita, è natà nello Zwe~g la tendenza a da-r un peso che sembra eccessivo al « va~ lore >> dei vizi umani, alla vitalità del male. ,Si ha. così l'impressione, leg– gendo il saggio su Gaisanova, che la furfanteria di questi sia un po' troppo mitigata e che per contro la vitalità del .suo sangue straordinario, la ca– pacità di godere spregiudicatamente, siano, magari con una punta di malinconia, un po' troppo esaltate; e viene il sospetto che.la vita esterna di Stendhal non sia poi stata così meschina, antieroic a e, in una parola, antipatica, come ci si vuol far credere; e si vorrebbe che il cambiamento di Tolstoi, anche se utopistico, meritasse ipiù rispetto; - benché bisogna riconoscere che poi, quando le forze umane di Tolstoi si dimostrano in– sufficienti a realizzare la generosa utopia, proprio questa ina,deguatezza dell'umano ail sogno è intesa dallo Zweig con grande penetrazione. Guardando l'opera, dello Zweig, nel suo complesso, si ha infine que– sta impressione : .che lo scrittore, letteratissimo e in fondo attaccato ai propri i deali, qua ndo non ha più a che fare con letterati e con artisti e prende a studia.re uomini della vita pratica, di affari, della politica ecc. ; aUora, n on avend o più bisogno di creare il contrasto tra realtà meschina e rifugio nell'arte o tra l'esaltazione di una vita piena e una pretesa malinconica inconsistenza, dell'arte, egli giudica con maggiore e più fe– lice libertà. In qliesto_senso la biografia di quell'intrigante politico, te– nebroso e geniale, che fu Giuseppe Fouché, mi sembra il libro meglio riuscito dello Zweig e uno dei più belli, fra i libri del genere che io . abbia letto. Gli è che in questi casi il contrasto esi,ste anc6ra' ma s'è fatto più lontano e più libero, e lo scrittore non ha timore d'int~rvenire con le sue esigenze ideali. Né sarà un caso che, come dimostrano le sue opere più recenti (Stern8tunden e Hcilung durch den Geist), egli si è sempre più accostato a personaggi lontani dalla letteratura. Naturalmente, in uno scrittore che ha le dita su tasti così vari la ' BibliotecaGinò Bianco
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