Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
S. ZWEIG, Tre poeti della propria vita 759 straordinaria ricchezza dei particolari, nella dovizia, quasi lussureg– giante con cui egli si prodiga e, direi quasi, si getta sulla descrizione esterna e sensuale (si pensi alla vita di Casanova), si sente il contrac– colpo, alle volte perfin troppo forte, che scopre l'intellettuale- Altro punto d'equilibrio: .Stefan Zweig è, come ·si sa, un analista, è uno dei più fini e acuti analizzatori, i rapporti della sua arte e dei suoi saggi psicologici con la dottrina di Freud sono stati messi in luce mille volte; ma egli è insieme un romantico, « poeta della passione» lo chiama il suo bio– grafo, Riccardo Specht, e di lui si può ricordare l'adesione durante la guerra al gruppo di Romain Rolland e un dramma appassionato e pa– cifista: Geremia. Eppure da questa doppia, caratteristica, di analista e di romantico, non è nato un contrasto ma ,piuttosto un'armonia .. Le sue analisi, minute e penetranti, non sono gelide, ma hanno un im– peto, un fuoco, che magari sarà « interessato» e nasconderà una for– mula, ma che certo dà vivezza e interesse all'esposizione. E lo stessò bisogno di riassumere, di riferirsi a punti obbligati, lo porta al vantag– gio di-dare alle minuzie dell'analisi, che altrimenti sarebbero labirin– tiche, uno sbooco e un approdo. Quando, nel saggio su Casanova, il lettore scopre l'aforisma, che sembra banale e che cioè Casanova fu avventuriero per ·una specie d'equilibrio della natura, per colmare il vuoto del senso morale, e in quello su Stendhal si arriva, alla formula della voluptas psycologica e cioè dell'amaro piacere di fare in sé stessi una, luce senza pietà e magari spaventosa, l'intelletto ,più che la fan– tasia, - alla, quale pure non mancarono le più doviziose ed efficaci descrizioni della realtà esterna, - ha godimento. E insomma, se nei saggi dello Zweig non c'è quel piacere di essere condotti con mano cauta e quasi con dolcezza verso la .scoperta di una vita e cioè quel senso di roma.nzo interno che ci danno a.ltre opere di psicologi finissimi, non c'è dubbio che la stessa volontà di drammatizzare, nello Zweig, lo stesso suo impeto di scoperta, inca,tenano ed affascinano il lettore. Gli svantaggi della situazione che abbiamo accennato sono, anch'essi, facilmente intuibili. Non credo che vi sia mai tanto bisogno della di– screzione, della « leggerezza di mano», come quando ci si accosta alla verità interna di un personaggio che fu una persona viva e che insomma appartiene alla storia. Ora non si vuol dire già che a.Ilo Zweig manchi la discrezione : la sua mano è finissima, la forza. d'interpretazione è straordinaria, il -rispetto della verità, oltre che la diligenza delle infor– mazioni, è in lui grande. Ma è un fatto che proprio a questi scavatori dell'interno incombe il pericolo di deformare più nascostamente e, senza. volerlo, profondamente. Dalla sua posizione d'intellettuale e di roman– tico nasce nello Zweig il bisogno di creare contrasti. Dovunque con– trasti: in Casanova è quello tra, il vuoto del.l'interno e il troppo pieno della vita esterna; in Stendhal tra una vita mediocre, feroceme_nte egoista e senza entusia-smi, e il rifugio segreto nell'escavazione del pro– prio «io», nei sogni dell'amore non attuato ma sempre desiderato; e in Tolstoi è il distacco tra la prima parte della sua vita intesa tutta a ,i– vere vicino a.Ila natura e a godere paganamente, e il pensiero della morte, il misticismo, l'a.postolato nell'a.ltra parte della sua esi.stenza.. Ora chi non avvertirà che questi contrasti. sia pure « interni » e visti ibliotecaGino Bianco
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