Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

752 R. BACOHELLI, La congiura di Don Giulio D' .Este Ma questa è soltanto una osserva.zione minuta, fatta per il piaoere di discutere con nn così coscienzioso indagatore. Più importa nota.re , quale è il metodo che l'autore ha scelto per ordire la tela della s ua nar– razione. È qui che il romanziere ha riafferrato i suoi dir!tti. In u;11. celebre dialogo galileiano, Simplicio procJama che non esiste solo 11 « metodo triviale ordinato» per esporre la verità; ma questo, e anche il «perturbato». Spogliando l'espressfone di quella inimitabile ironia di cui è rivestita nel passo citato, possiamo dire che di questo secondo metodo ha spesso creduto di valersi il Bacchelli. Cominciamo col rile– vare che la narrazione del fatto è, con iscorcio potente, addensata sol– tanto nelle ultime pagine. Della congiura, in tutto il primo volume non è parola; esso è un quadro ampio e circostanziato dell'età prea.rioste– _sca, del e.lima intellettuale e politico nel quale nacquero Don •Giulio e Don Ferrante, i due congiurati. Col secondo, aH'epoca e alla narrazione del fatto ci andiamo lentamente avvicinando, finché ce lo troviamo im– provvisamente davanti, nella sua spaventosa e tragica gravità, in cui peraltro tutto è malsicuro, indefinito, naturalmente o volutamente mi– sterioso. Gli ordini venuti dall'alto hanno certo fatto spa.rire i docu– menti più compromettenti per la dinastia, e l'opera dello storico è resa difficilissima, costretto com'è a navigarf.'l fra scarse prove e discutibili indizi. Questa è la linea generale del racconto del Baicchelli. Ma anche dentro questa linea di contorno, il narratore procede con metodo « per– turbato», attratto dalla materia affascinante e romanzesca, che ha fra mano, -spronato dal le esigenze della sua fantasia, che egli non vuole in tutto e per tutto sacrifica.re .. Dunque niente esposizione sistematica, s-:Chieramento ordin ato, svilup po strettamente cronologico di tutti gli elementi che compongono la narrazione. L'erudito ha fatto il suo dovere nella ricerca delle fonti : ed è stato scrupoloso e diligentissimo. Adesso il poeta rivendica il diritto di abbandonarsi alla bella materia, di se– guire gli stiinoli della fantasia, di dire di questo tal personaggio, che ha ora fra mano, tutto quello che da lui irraggia e su lui s'appunta, di compierlo insomma nella sua personalità, anche se per far ciò si esce dal momento cronologico in cui ci siamo internati. Si potrà discutere sulla opportunità di questo metodo in un libro di storia; e l'inconveniente si è affacciato talvolta alla mente dello .stesso Bacchelli (« Tutto questo per dire, scusandomi delle troppe di– gressioni, che .... ecc. », p. 48); ma non sarebbe giusto chiuder gli occhi al pregio che vi corrisponde: cioè : un calore, una- vivezza, una um;mità nel racconto, che avvince il lettore, ,e lo trascina, incuriosito e com– mosso, fino alla fine; il che non so se avvenga, al lettore :comune nei libri di storia assisi sopra i cànoni della tradizione scientifica. E biso– gna aggiungere anche, che qualche ritratto è, sotto questo aspetto let– terario, singolarmente felice, pur ri gorosament e restando nella verità storica: per esempio, tutte le pagine dedica.te a Lucrezia Borgia. Resterebbe ora da dire dell'assunt o princip ale che il BaC:Chelli si è prefisso. Ha voluto egli semplicemente fare la storia della congiura ? No davvero. Ha voluto fare un libro, che avesse « una capacità dimo– stra,tiva ». Dimostrativa di che? L'a,utore è assai cauto a questo pro- BibliotecaGino Bianco

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