Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

742 F. NIOoLINI, Fonti e riferimenti della« Seconda Scienza Nuova,. Dopo aver fatto molti riscontri, possiamo assicu~are :he ·~l Nicolini regge perfettamente alla prova. Qualche svista o espr~ss1one mesatta, o anche semplice me.nda di stampa, è veramente l'eccezione _che_confe~ma la regola. Notiamo solo, per la, curiosità, a p. 18, la doppia d:istraz1one con cui Giovanni Buxtorf (seniore) e Giovanni Enrico Rottinger- sono detti non solo ebraisti, ma ebrei, mentre erano tedeschi di razza e cal– vinisti di religione. Questa prima puntata arriva sino a tutto il libro secondo. La nume– razione progressiva delle annotazioni è quella per capoversi, introdotta dal Nicolini stesso nella •sua seconda edizione della Soienza Nuova. LUIGI SALVATORELLI. ADRIANO T1LGHER, Estetica. - Libreria 'di Scienze e Lettere, Roma, 1!)31. L. 15. Da qualche tempo si nota, nel campo degli studi estetici, un vivace rifiorire di discussioni e di polemiche attorno all'opera del Croce. Alle caute obbiezioni e integrazioni della, critica «militante», la quale ebbe a subire l'influsso del pensiero crociano più come esigenza d'alta cultura e chiarificazione di problemi particolari che come vero e proprio orga– nismo sistematico di pensiero, succedono -ora le reazioni dei filosofi pro– fessionali, le quali, in luogo· di poggiare, come quelle dei critici, sul– l'eccessivo rigor teoretico e la difficile adattabilità di qualche parte del sistema, s'inseriscono proprio sulle fratture dialettiche, sui passaggi irresoluti, o insufficientemente' risolti del sistema stesso, tentando di minarne la compagine ab imis. Di fronte a questo apparato di forze scese in campo, verrà proba– bilmente fatto al buon crociano di nutrire qualche apprensione. Non del tutto fondata però, ove si rifletta che, in fondo, nessuno ha mai cre– duto all'infallibilità canonica del Croce, sia pure in sola materia d'este– tica, e nemmeno i suoi più passivi applicatori. Né tampoco il Croce stesso, il quale, come si sa, non ha mai cessato di rielaborare e di cor– reggere il suo pensiero estetico nella sua primitiva formulazione: e a cui non può forse muoversi che l'appunto di nascondère troppo spesso al suo lettore, sotto la compiacente pàtina logica, l!.\incertezze, le siste– mazioni provvisorie e i punti oscuri, che comunque indirettamente ci testimoniano della vitalità tuttora attuale della, sua speculazione. E ove si consideri pure, come qualcuno sembra dimenticare, che la· forza; di una filosofia non consiste soltanto nel .sapersi costringere in un'arma– tura dialettica inattaccabile, - e il pensiero umano del resto non co– nosce posizioni in senso assoluto inattaccabili, - ma sopratutto nel suo potere di permeare profondamente una cultura, di offrirle un senso e una direzione. L'importanza e la fertilità del pensiero crociano non si sono infatti circoscritti all'arido campo della filosofia ,specializzata ma hanno· intimamènte pervaso, sia nella teoria che nelle particolari :sem– plificazioni, tutto' un trentennio della nostra vita culturale. T'anto vale a dire che le critiche che oggi si appuntano sull'opera, del Croce possono avere bensì valore di obbiezione e -di riproposizione, sempre giovevole di nuovi dubbi e nuove soluzioni : ma non veD,gono ad intaocare ciò 'che BibliotecaGino Bianco

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