Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
U. B. PAOLI, Studi di diritto attico 741 singolare vivacità e umanità (ch'è pregio p.iù raro) la parte maggiore del giorno, e lavora per sé soltanto nelle poche ore che l'insegnamento gli lascia libere (e sono quasi totalmente le ore nelle quali le biblioteche sono chiuse). Non, sii troverà una, Facoltà coraggiosa o un Ministro che dia modo al Paoli, il nostro unico storico del diritto greco e insieme poeta latino garbato, congetturatore acuto, ottimo conoscitore della vita privata antica, che dia modo al Pa,oli di lavorare con meno disagio? Confesso con dolore che questa stessa domanda mi è stata rivolta, men– tre io avevo appena scritto queste parole, da un insigne straniero, sto– rico del diritto romano. Dispiacerebbe che si dovesse dire che in Italia le prebende (laute proprio non saranno) sono riserbate solo a chi ~am– mina per la carraht. GIORGIO PASQUALI. l<'AUSTO NICOLINI, Fonti e riferimenti i;torici della 'Seconda Scienza Nuova,. Puntata prima. - Laterza, Bari, 1931. L. 50. Non occorre lungo discorso per questo libro, pubblicato in edizione di soli 130 esemplari estratti dagli Atti dell'Accademia Pontaniana. Ha~ sta segnalarlo a tutti gli studiosi di Vico, e, si può aggiungere, della cultura italiana ed europea nel Sei-Settecento. Esso deriva dal « ma– stodontico commento», come lo chiama l'autore stesso, dal Nicolini apprestato alla sua prima edizione della Seconda Scienza Nuova nei « Classici della filosofia moderna». Dalla seconda edizione, che fa parte invece degli « ,Scrittori d'Italia», detto commento è totalmente scom– parso, ·secondo il piano di questa collezione laterziana. Ma giustissima– mente ha pensato il Nicolini, che la sua fatica non era da buttar via; se ne potevano ricavare, « mercé molte e molte ricerche complementari», varie illustrazioni alla grande opern vichiana. La più urgente fra esse è parso a lui, - e i conoscitori del Vico saranno d'accordo, - « una serie di stringate note storiche, nelle quali, di ciascuna affermazione · filologica vichiana (intendendo, l'aggettivo nel significato latissimo che il Vico dava alla parola « filologia»), si indichino le fonti, abitual– mente non citate o mal citate dall'autore, e si verifichi la maggiore o minore esattezza». Lavoro, dunque, di paziente ed ampia erudizione: e tale è veramente quella del Nicolini, il quale si dimostra pienamente padrone della let– teratura erudita cinque, sei e settecentesca, estremamente abbondante. Né si tratta di semplici rinvii alle fonti vichiane, determinate sempre che fossero determinabili (che non si trattasse, cioè, di opinioni o fantasie personali del Vico). Delle affermazioni del Vico si fa anche la critica, nell'unico modo in cui era ragionevole farla, in riferimento cioè ai testi ed allo stato della scienza del tempo. Che ne vengano fuori una {luantità di minuti errori (sviste, confusioni, affermazioni arbitrarie) del :filosofo napoletano, è cosa risaputa da chi ha familiarità col Vico, la cui forza non consiste davvero nell'esattezza dei particolari eruditi. Il valore tutto secondario di questi errori in riguardo al pensiero vichiano è fortemente sottolineato dal Nicolini nella brevissima «Avvertenza». In un lavoro simile l'esigenza, preliminare è quella dell'esattezza. BibliotecaGino Bianco
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