Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
L'ultimo Ohaplin 737 Ma non è vero: è vero si che in questo film Chaplin punta tutto sull'in– telligenza, ma l'intelligenza fa saltare il banco, senza che nella vincita il cuore a,bhia a scapitarci. Che è d'a,ltroncle una delle condizioni perché un'opera possa meritarsi nel senso più umanistico, quel discutibile ma suggestivo e del resto ambitissimo epUeto di veramente classica. Quanto' ai vari episodi, non accennerò che a uno solo, quello della partita di boxe, e non soltanto perché il più ricco di ripresa nello svol– gersi dei suoi elementi, ma perché illustra uno degli aspetti meno con– siderati di Chaplin. Difatti si parla sempre di Ohaplin mimo, ma chi ha notato in lui il baHerino ? Come Joyce nel suo Ulisse moderno ha rappresentato non solo un errante ma proprio un ebreo, Chaplin che passa per essere ebreo. si direbbe <:he da buon nomade si sia affisato sui piedi, tanto che ci dà continuamente la dolorosa caricatura dell'individuo condannato all'eterno andare, ciabattone miserabile e ideale. Ma poi quegli stessi piedi gonfi e distorti, tratto tratto si sublimano e nasce la danza, vera e propria, come in Sunnyside (1919), o trasposta, come nella Febbre dell'oro, coi panini e le forchette, o tutta l'atmosfera diventa di balletto irreale come nel .sogno del Kid. E tutta la partita di boxe delle Luci della città, d'altro canto d'ispirazione cosi realistica, è costruita come un balletto, in cui Oharlot, l'avversario e l'arbitro incrociano i loro ritmici sgambettamenti come in una danza figurata. Danza tragica poi– ché si conclude colla sconfitta di Ohar-lot, disteso al suolo in una fu– nebre statuaria compostezza. Infine, globalmente, Chaplin alle prese col problema del film sonoro, l'ha risolto trattando l'intero film come una sorta di balletto, sottoli– neando ritmicamente gesti e azioni con suoni e rumori. È stato detto che questa è semplicemente una integrazione della tecnica dei disegni ani– mati. Ma, appunto, che sono i disegni animati se non puri balletti li– neari? Per chi abbia seguìta attentamente la ,partitura delle Luci della città, non •sarà uno dei minori motivi di ammirazione il modo con cui, , tempestive e discrete, le aUusionì e suggestioni musicali accompagnano l'azione senza mai soverchiare né distrarre. GUGLIELMO ALBEJRTI. 4 7. - PègMo.
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