Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

L' ultimo Chapiin 733 insiste sul carattere del milionario il quale rimane investito da tutto un complesso di significati. Gemello del tema affidato alla fioraia cieca, dell'amore impossibile, viene svolto dal milionario il tema dell'amicizia impossibile. Poiché il milionario non riversa la piena della sua gratitudine e del suo affetto sullo sbalordito vagabondo e gli offre di dividere vesti, letto, festini e fin i biglietti del suo portafoglio, che in istato d'ebbrezza. - Carina la tua automobile! - dice Charlot scendendo dalla Rolls Royce. - Mi piace. - Te la regalo! - gli risponde l'altro, ubriaco fradicio, ruzzo– landogli addosso in un largo amplesso. - È vostra! - come dicono a Napoli; ma guai a prenderli in parola. Dileguata, colla notte e le sue artificiali luci cittadine, la fantasmagoria suscitata eccessiva e patetica dall'azione dell'alcool, il milionario rifiuta di riconoscere il vagabondo poche ore innanzi colmato dal suo più prodigo affetto, relegandolo senz'appello in quel mondo fantastico e notturno dove saranno possi– bili i più inverosimili incontri e le più folli avventure, ma senza con– nessione col nostro mondo diurno in cui un vagabondo è un vagabondo e non un'anima gemella. Per il milionario ridesto, uscito dalla notte e dalla sbornia, il vagabondo appartiene al mondo dei sogni, è un puro sogno, e come tale, inconsistente, ·tosto disciolto nell'oblio o, anche ::ie fugacemente rammentato, sùbito licenziato, ridicolo e importuno, so– pratutto assurdo, poi.ché, per il milionario, che nesso può darsi tra i fatti della veglia e le ombre del sogno ? Chaplin, poeta comico, si esprime spingendo il tratto fino alla caricatura, ma, lo spunto satirico si badi com'è profondamente i:µoralistico; e si sarebbe tentati di pensare a Mo– lière. Ma pm'. ricusandomi qui a questo raffronto, altNttanto pericoloso quanto suggestivo, non posso impedirmi di ricoITere a questo« carattere 1> che La, Bruyère tratteggia nel capitolo De l'homme: « Est-ce Eutiorate que vous abordez? Aujourd'hui, quelle glaoe pour vous ! Hier il vous olu~rohait, i,l vo1ts oaressait .... Vous reoonnait-il bien? Dites-lui votre nom». Al risveglio, alla soglia di questo mondo diurno e civile, il milio– nario ne ritrova come il vigile custode e che lo riconforta, e riconferma nella sua piena rispettabilità, nella persona del" suo maggiordomo. E questo personaggio secondario affiancatogli, c'introduce ad uno degli altri significati di cui Chaplin ha investito il milionario. E cioè Chaplin riprende qui un vecchio tema, implicito sempre polemicamente in tutti i suoi film, ma svolto una volta sola deliberatamente: la satira della I dle Class, della classe oziosa, secondo il chiaro titolo di quel piccolo film del '21, farsa un po' pesante in cui H vagabondo, per una singolare rassomiglianza con un gran signore, incappava, nella vita dei ricchi vacui e sdegnosi, festaioli e infelici. Chaplin incarnava le due parti, e l'ultima scena ci mostra il vagabondo che sgattaiolato dalle maglie del– l'imbroglio dà un feroce, gratuito sgambetto a un gigantesco marchese o du~a. Chaplin, è chiaro, è il poeta dell'o1itoast, e non ama i signori. Senza ris,entimento; ma ricco -signore lui pure, adesso, sa come son fatti e preferisce t nullatenenti senza -fissa dimora. Perciò quest'uomo dal credito tanto indiscusso, che vende i suoi film prima di aver dato il primo colpo di manovella e che tiranneggia colle più alte percentuali i ibliotecaGino Bianco

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