Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

VENT'ANNI. E un fatto curiosissimo, ma scrivendo questa parola, provo un po' l'impressione di quando in un prato o in un bosco, o nell'aiola di un giardino, si pretende di tirar su dalla terra una pianticella per por– tarsela via. La radice verrà fuori tutta ? Quali impreviste ramificazioni di essa si riveleranno al mio tiraggio ? Quanta ne rimarrà dentro ? Ohe cosa mi tirerò dietro ? O tira tira· rimarrò con tre peli in mano ? Si ca– pisce subito essere cosa difficilissima il cavarsela pulitamente. E una parola, pericolosa, e ve ne sono delle più pericolose, lo so; ma quelle per il momento le lasceremo stare al loro posto contentandoci di questa, non essendo suonata l'ora delle cose pericolose e difficili. Esistono certe parole talmente infronzolate, ricoperte di vernici e patinate, che riesce ormai diffic.ile, per non .dire impossibile, mettere il loro corpo allo scoperto ; ed anche una volta riuscendovi ììnireste per trovarlo sotto talmente brancicato, macolato, pesto, da lasciarvi, dopo tanta fatica, '.Perplessi. Non è arduo comprendere che le parole ridotte in simile arnese sono precisamente le più belle; e io vivo arcisicuro che voi pensate già non avere altro scopo il mio discorsino ,se non quello di prepararvi all'aggiunta di un nuovo fronzolo o belletto da, parte mia, e a darle un'altr,a, ,strizzatina per ammencirla di più. Attenuerò subito codesto disappunto, dichiarandovi che io non in– tendo parlarvi dei miei vent'anni, ma di quelli degli altri, e che se poi ci tenete a sapere come la pensi in proposito, aggiungerò in due parole che ritengo i vent'anni bellissimi, in qualsiasi modo li abbiamo vissuti, ch'era il .solo ed il migliore per noi; bellissimi, prodigiosi, un portento. E non solamente per quello che essi rappresentano al momento che li viviamo, ma quasi, direi, di più per quel tesoro che accumulano in noi seguitando noi a viverli nel ricordo, per modo che a quaranta sembra di avere i vent'anni due volte, e a -sessanta tre naturalmente ... e çosì via discorrendo; e se ci lasciassero fare si arriverebbe a dieci con la più grande naturalezza. E come se ciò fosse pochino, andando lin là, sempre meglio mi accorgo, da questa confessata tribuna, o posizione che dir vogliate, che coloro i quali hanno oggi vent'anni, sono attratti moltis– simo da noi che ne abbiamo il doppio, e magari qualcheduno di più; essi amano la nostra compagnia, la ricercano, ambiscono giungere fino a noi, ottenere la, nostra amicizia, ascoltare le nostre discussioni, inter– venirvi, rivelarci i loro sogni, le loro inquietudini e speranze, scam– biare coi nostri .sguardi un po' velati e affaticati, i loro rapidi e bril– lanti, e i loro sorrisi elettrici e elettrizzanti coi nostri misurati e lenti. BibliotecaGino Bianco

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