Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
720 L. Salvatorelli - Antonio di Padova, eoo. I corona ad Antonio in quest'opera <li edificazione beatificante. 'Bcco il punto di partenza per la venerazione entusiastica di Antonio su– bito dopo la morte, che ebbe per conseguenza a meno di un anno di distanza (30 maggio 1232) la sua canonizzazione. · Solo due anni dopo la morte d\ Antonio, nel 1233, in tutta la ,Marca di Treviso si scatenava l'entusiasmo per il domenicano Gio– vanni di Vicenza, il pacificatore di tutta la Venezia, e oltre, da Pa– dova a Belluno, da Treviso a Brescia e a ,Mantova. Alla riunione da lui indetta a Verona, il 28 agosto, cui intervennero rappresen– tanti anche delle città di Lombardia e di Romagna, Ezzelino, il conte di San Bonifacio, il marchese d'Este, il patriarca di Aqui– leia, sarebbero accorse centinaia di migliaia di persone (vien fatta addirittura la cifra di quattrocentomila). La predicazione di An– tonio sembra ben pallida cosa al confronto. Eppure la fama di Antonio rimase ed ascese, e splende anc6ra oggi: Giovanni di Vi– cenza poco dopo era dimenticato, a,nzi caduto in disgrazia. Antonio di Padova fu un predicatore puramente religioso ; Giovanni di Vi– cenza fece politica. Ne fece tanta, che divenne podestà e dittatore di Vicenza e di Verona. Dopo qualche mese fini in prigione; e, libe– rato, dovette allontanarsi da quelle terre che non volevano più sapere di lui. Dio cf guardi dall'insistere nel rilievo che Giovanni di Vicenza era un domenicano e Antonio di Padova un francescano ! Ci sia solo permesso di notare, che Giovanni bruciava vivi gli eretici (ses– santa in un giorno sulla piazza di Verona;) e Antonio li convertiva colla parola e colle opere. Quel che importa a noi concludere, è che Antonio di Padova, per certi aspetti appartenente alla seconda generazione france– scana, al nuovo elemento dotto e clericale per una parte mag– giore, tuttavia, rimane un francescano della prima generazione, assai vicino a Francesco. Nella stessa taumaturgia antoniana gli spunti francescani sono visibilissimi: San 'Francesco predica agli uccelli, e Sant' Antonio ai pesci; San Francesco fa tacere le troppo garrule rondini, e Sant' Antonio acqueta il graèidio delle rane. E , a questo suo carattere primitivo deve, secondo ogni verosimiglianza, i suoi grandi successi, l'aureola luminosa che ne circondò cosi ra– pidamente il capo. Ohecchè sia della dottrina e dell'opera teo– logica di Antonio, e della sua posizione nei primi dissensi dell'Or– dine, una cosa rimane sicura : il suo carattere di predicatore popolare, morale e sociale, che dal .Santo di Assisi attinse larga– mente spirito di edificazione e mezzi di azione. Luwr SALVATORElLLI. Biblioteca Gino Bianco /
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