Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931
Antonio di Padova c la prima generazione francescana 719 tanta moltitudine; e il santo si ridusse all'aperto, << ad spatiosa pratorum loca>>; certamente il Prato della Valle, che anc6ra oggi si offre immenso alla vista attonita del visitatore di Padova. Vecchi e giovani, uomini e donne, nobili e plebei accorrevano, conguagliati nella devozione e nell'umiltà religiosa dell'abito. Le botteghe si chiudevano, e si sospendeva ogni vendita. Andava ad ascoltare an– che il vescovo (Giacomo Corrado) col suo clero, «fattosi gregge, con esempio di umiltà)). Erano spesso trentamila persone, assicura il biografo: e la cifra non ha nulla d'incredibile. Eppure in tutta quella moltitudine non si sentiva una ·voce, né un mormorio : tutti pendevano dalle labbra del predicatore infaticabile, cui non. riusciva a togliere forza, né prestigio, la corpulenza da cui era afflitto. Quando scendeva dal pul– pito, le donne.facevano a gara a sforbiciargli la tonaca, per reliquia, e si chiamavano beate anche se riuscivano solo a toccarla. A sal– varlo dalla ressa schiacciante occorreva una siepe di forti giovani, che lo proteggesse, finché avesse trovato la via di sottrarsi o il po– polo si fosse deciso ad andarsene. Non sottigliezze teologiche, e neppure, - almeno in questa Quaresima padovana, - predicazione prevalentemente dommatica. Esortazioni morali, opera di aUeviamento e di pacificazione sociale. I nemici si riconciliavano, i prigionieri venivano liberati. Gli usurai rinunciavano all'estorto guadagno, ladri e rapinatori restituivano il mal tolto ; le meretrici tornavano a vita onesta. I confessori erano assediati di gente che voleva sgravarsi dei propri peccati. Non c'è solo la testimonianza del biografo entusiasta. Un docu– mento ufficiale del tempo ci attesta l'efficacia sociale della predica– zione antonia,na. Una legge padovana del 15 marzo 1231, - proprio durante la Quaresima famosa, - fatta « a domanda del venerabile fratello e beato Antonio confessore dell'Ordine dei frati minori>>, aboliva l'a,rresto per debiti in favore di chi abbandonasse i suoi averi ai creditori. Ecco i prigionieri liberati, di cui parla il biografo. Passata la Quaresima, venuta la buona stagione, era il tempo dei lavori nei campi. Con equilibrio mirabile, il ,Santo per primo richiamò gli ascoltatori entusiasti dal cielo in terra. «Vedendo dun– que il Servo di Dio fedele e prudente, che era necessario al popolo attendere alla, raccolta delle messi, ritenne di dover cessare dalla predicazione fino a tempo opportuno; e, licenziate le folle, si ritirò in solitudine>>. Allora l'accolse il noce di Camposampiero, da cui non discese che per morire presso le Clarisse dell'Arcella. Di quel tempo, secondo ci attesta Rolandino, era rimasto a Pa– dova, e in tutta la Marca trevigiana, il ricordo come dell'età del– l'oro: pace, prosperità, letizia regnavano, e il popolo si pasceva di predicazioni religiose, « mantenendosi in una laudabile contempla– zione>>. Tutta una serie di uomini « religiosi e giusti>> facevano BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy