Pègaso - anno III - n. 6 - giugno 1931

Antonio di Padova e la prima generazione francescana 717 che dai più antichi, e dalle raccolte di sermoni a noi pervenute. Egli, anzi, avrebbe insegnato teologia a Bologna: non certo al– l'Università, ove una Facoltà di teologia non esistette che nel se– colo XIV inoltrato, ma nel convento dell'Ordine. Lo stesso Francesco avrebbe approvato questa attività del fratello : « Mi piace che tu legg!l, la sacra teologia ai frati, purché questo studio non estingua in loro lo spirito della santa orazione e della devozione)). Ma l'au– tenticità della lettera è dubbia : essa non compare che nel XVI se– colo, e non concorda troppo bene coll'atteggiamento di Francesco circa gli studi nel suo Ordine. Come teologo dotto Antonio apparirebbe già della seconda ge– nerazione francescana. La sua provenienza da un antico Ordine religioso, il suo stesso carattere sacerdotale; specialmente se la sua ordinazione fu anteriore all'entrata nell'Ordine, concorrerebbero a dargli questa fisionomia. Si ha gran torto a ridurre tutta la crisi interna del francescanesimo, già sorta in vita del fondatore e poi intensificatasi dqpo la sua morte, alla questione della povertà più o meno assoluta. Almeno altrettanto importante fu il contrasto fra l'elemento laico e l'ecclesiastico, indotto e dotto, democratico ed aristocratico: fra il carattere laicale primitivo dell'Ordine e quello clericale successivo. Frate Elia,· che riguardo alla povertà rappre– senterebbe il partito dell'evoluzione, - o, se piace, della degene– razione, - riguardo al secondo punto ci appare invece come un continuatore, risoluto fino alla violenza, della tradizione primitiva. Recentemente Ernesto Buonajuti ha formulato l'acuta ipotesi che l'interessamento di Elia alle missioni fra i musulmani e i suoi rap– porti con Federico II negli affari orientali debbano ricondursi an.– ch'essi al francescanesimo primitivo, divergente dal programma di crociata armata della Curia; e, attraverso ad esso, all'influenza di quel Gioacchino da Fiore, su cui egli stesso ci ha dato -in questi giorni una compiuta monografia. Ora, Sant' Antonio, - ecco che torniamo a lui, - sarebbe stato, secondo certe testimonianze, uno degli oppositori più autorevoli di frate Elia. Avremmo così una riconferma di questo carattere di francescano dotto, chierico, aristocratico, - contro il plebeo e de– magogo frate Elia e i laici suoi seguaci, - del Santo di Padova. La recentissima biografia italiana del Santo di G. Marchetti Ferrante, edita dal Laterza (apprezzabile per l'esposizione dei fatti e non priva di senso critico, ma cadente qua e là in affermazioni in– controllabili ed in strani errori di storia generale) .respinge tutti i racconti relativi alla parte di antagonista di frate Elia, che avrebbe fatto Antonio,, come un « insieme di anacronismi, di contraddizioni e di falsità)). È un po' troppo sbrigativo, perché una delle versioni in proposito ci è data da Tommaso Eccleston, un contemporaneo. Ma sta il fatto, che anche contro questa versione sono state sollevate BibliotecaGino Bianco

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