Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

Ronia.nzi politici tedeschi 557 sue conclusioni? Certo l'aria d'apocalissi che si respira nelle cin– quecento pagine della sua caotica Sintfiut (1929), che ha il merito di precedere tutti i libri sul dopoguerra,, è la meglio adatta a ren– dere il dil1.lvio univ-ersale cartaceo che ingoia d'un lato intere classi sociali e dall'altro crea, per sommergerle, favolose ed effimere for– tune. Lo stesso casamento proletario, che abbiam visto in istato di quiete se non di normalità nel '14, fornisce, dopo la terribile scossa tellurica della guerra, i precipiti verso falto, - i profittatori, quelli che fan danaro senza danaro salendo con un moto· così vertiginoso da sembrar caduta, - e la piccola borghesia che la miseria inabissa tra il popolo e caccia verso la fame, la prostitv– zione, la follia ; finché, oscillando tra borsa e baccanale, chi sta in alto perisce o ruzzola dalle assise alla galera e gli umiliati e offesi fan lega e il casamento è distrutto da un simbolico incendio e per le strade scoppia la rivolta. Senonché da questo libro macabro e grandioso, che per congestione d'eventi e magie di simultaneità fa pensare insieme al romanzo russo modernissimo e ai più raffinati accorgimenti filmistici, non si vede quale umanità sia destinata a popolare il mondo dopo che il diluvio ha sommerso una così orribile generazione di mostri, né v'è purgatorio sopra questo inferno, né un grido liberatore dopo quest'incubo che ha per sfondo le più tristi · regioni dell'anatomia umana. · Ma questo senso di desol{l.zione senza sbocco trova conferma anche nei giovani che, bimbi al tempo della g'uerra, non han mai vi– sto tempi normali e manifestano quindi anche in tempo d'inflazione un'adattabilità che confina con l'assenza di carattere o col cinismo. Sono gli adolescenti di Der Fr-ieden Twcichans (1930) del venticin– quenne Heinz Liepmann che per non esser sommersi passano, se oc– corre, sui cadaveri delle loro vittime, ma che, appassiti ancor prima di fiorire eppure privi d'ogni vera esperienza, soccombono al primo urto con la vita. Meno problematici, i giovani che W. E. Siiskind , ci presenta in Jugend stanno a galla per una loro leggerezza senza, passato da difendere, ma si ritrovano sùbito anche in basso quando, stabilizzatosi il marco e ridestatasi la Germania a una realtà dise– briata ma solida, tutto si riduce a proporzioni normali, gli stra– nieri non più nababbi ripassan le frontiere e nel gran silenzio che segue, - e che il giovane romanziere rende meglio di ogni altro, - non si sente parlare che una lingua sola: la tedesca,. Senonché gli stranieri non sono stati soltanto quell'ondata saccheggiatrice che ogni tedesco ricorda: quel professor Nakamura che nel delicato romanzo di H. E. Jacob, Jacq1teline e ·i giapponesi (1929), profitta dell'inflazione per studiar_ direttamente una Germania amata tra– verso filosofi e poeti, dona a sua volta ai due sperduti coniugi t<'– deschi che l'ospitano una :filosofia e un esempio di forza nella sven– tura che _è un punto fermo di contro all'atroce mobilità dell'ora, BibliotecaGino Bianco

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