Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
Rorna11zi politioi tedesohi 1>53 .. dito, nei Poveri, nella Testa vuol essere rappresentazione della bor– ghesia,' del proletariato, dei dirigenti di quell'epoca e condanna e liquidazione del passato_, non è l'applicazione più convincente di codesto principio. La tesi e l'odio di parte esasperano certe figure a tipo e deformano i tipi fino a farne caricature repugnanti e irreali : i felloni schematici e le vittime per programma infastidiscono senza persuadere. Anche per il romanzo sociale, - che Gutzkopf, Spiel– hagen e Freytag han tentato di dare alla Germania e che invece Balzac, Zola e Romain Rolland sono riusciti a regalare alla Fran· eia, - occorre quella serenità di giudizio, quella rinuncia a effetti immediati, quel distacco che governa ogni forma d'arte e ne deter– mina l'efficacia comunicativa,. Quel che invece trova eco è il richiamo degli artisti alla realtà politica. Certo non subito. Nei primi anni della guerra scrittori e lettori sembran piuttosto d'accordo nell'evadere da questa realtà troppo greve, nel cercar soluzioni al problema della vita nel campo del subcosciente o della magìa e consolazione alla stasi forzata in miraggi di terre lontane. E lo stesso ritorno della letteratura al– l'azione non avviene in modo brusco e diretto, ma traverso uno sfo– cato accennare che potrebbe definirsi allusivismo liricheggiante . . L'impossibilit:), di fermare un passato troppo prossimo, l'eccesso · di concitazione non permettono ancora che vaghi travestimenti. L'epidemia dei parricidi simbolici nel teatro espressionista di Ha– senclever, Bronnen e Werfel vuol essere simbolo del problema e . della lotta delle generazioni, tanto più aspra in quanto l'oppressivo paternalismo guglielmino esce sconfitto dalla guerra. Di là dal gesto· assassino balena l' Erlosung, la redenzione, l'intesa (e peggio) con le madri, un mondo tutto maternità, invocazioni pa,tètiche a Dio, all'uomo, all'eros, e tutto selve di punti esclamativi. Ma quest'infla– zione di parole è destinata a chiudersi come l'altra in disperazione, bancarotta e suicidio. Il teatro politico s'è impantanato oggi in definitiva nel comunismo di Ernst Toller e di Bert Brecht e sembra liquidato col fallimento di Piscator che, dopo aver servito sulle sue scene stuzzichini anarcoidi allo snobismo annoiato dei pescecani mecenati di Berlin Westen, ha finito per stomacare (ce n'è voluto!) anche costoro. Devon passar dieci anni dalla guerra perché ci si persuada che dal caos non nasce armonia, né dall'estasi conoscenza, né dalla di– sordinata impetuosità po~sesso. Questa nuova pacatezza dà ben al– tra efficacia alla ripresa del processo contro il passato. Confrontate, per tornare al campo della prosa, L'uomo è bitono di Leonhard Frank, pubblicato nel '19, in piena effusione fraternizzatrice espres– sionista, col famoso libro di guerra di Remarque uscito dieci anni dopo l'armistizio. Frank, con un ideale corteo delle vittime di una sua guerra tutta orrori, sogna di travolgere il regime dell'oppres- BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy