Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
Romanzi politici tedeschi 551 nere, per esempio, della democrazia. Nulla perciò di meno tedesco del Zivilisationsliterat, del letterato democratico che non vuol più sognare e descrivere stati d'animo o passioni, ma si propone d'in· fluire sull'ambiente che lo circonda. Che cosa allora di meno tedesco della letteratura tedesca di oggi ? Poiché oggi, come l'antagonista di Thomas, Heinrich ,Mann, ha voluto, e più di quanto egli abbia voluto, l'arte è diventata azione. Tra i giovani, che considerano anche Heinrich ,Mann un superato, non ha corso se non quanto è zeitgemiiss, in armonia col tempo, zweckmiissig, rispondente a uno scopo, sachlich, 'positivo concreto apatetico. L'arte non ha più ragione in se stessa, e il permesso di esercizio non vien concesso ormai che alle ditte che garantiscano di trattare problemi tdel tempo con lo spirito del tempo. Chi parla di forma e di questioni individuali è messo al bando come esteta. Nella vita, al teatro, nel libro, non conta se non il contenuto e la colletti– vità, minimo comune denominatore sul quale s'accordano destri e sinistri, croci uncinate, amatori dello standard americano e inna· morati della Repubblica dei Soviet. La politica è un ingrediente necessario, il problema importa più di chi lo vede, l'attualità più dell'originalità e del valore universale. Né serve che un Thomas Mann ,abbia dimostrato in pratica coi Biiddenbrooks come l'opera più individualmente concepita finisca per essere la meglio radicata nel suolo patrio e la più umana, mentre, com'è facile osservare, l'umanitarismo programmatico anc6ra di moda spesso s'appiattisce nella più generica e inefficace delle ba:qalità. Le cose seguono ugual· mente il loro corso. E a Thomas Mann non è restato che guardare i giovani e le loro novazioni con l'indulgente ironia del professor Cornelius in Disordine e dolore precoce: passerà. Passerà. Ma intanto non è poco interessante constatare questo fenomeno nella patria della lirica, -- che è germinazione per eccel· lenza soggettiva, - e dell' Entw·icklungsroman) del romanzo di evo· luzione individuale, che dal goethiano W ilhelm Meister al Griine Heinr-ich di Gottfried Keller e fino giù giù al recentissimo Narziss und Goldmund di Hermann Resse ha in Germa,nia profonde radici tradizionali. Senonché, - paradosso tentatore, - non potrebbe un contagio che si ripete rientrare anch'esso nella tradizione? « La rivoluzione irrompe nella letteratura)), esclama Heine alla vigilia della rivolu– zione francese del luglio 1830, e Borne giubila quand'è scoppiata, e Laube incita i poeti a cantar le gesta della Dea Libertà e ne dà l'esempio iniziando nel '33 la pubblicazione della trilogia roman– zesca La giovane Europa. Un anno dopo Georg Btichner, l'astro poetico della Giovane Germania, lancia il suo grido giacobino : « Pace alle capanne, guerra ai palazzi ! >>. Trionfata la reazione, Karl Gutzkopf auspica contro di essa l'ideal lega dei Cavalieri dello BibliotecaGino Bianco
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