Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
548 P. Operti Sul filo spinato panni sono stesi ad asciugare, asini e cammelli macilenti pascolano in pace, donne sedute in cerchio !essono stuoie di palma, altre riparano con fuselli di legno le tende sbrindellate, o badano al fuoco, o triturano l'orzo sulla mola, raccolgono la farina in una pelle di capra, la intridono sulla pietra. Non portano il sciar-sciaf come le arabe delle città, ma se un uomo le guarda si tirano un lembo del baracano sul viso, lo tengono coi denti e se– guitano a lavorare. Alcune sono belle; la vita all'aperto, quel continuo piegarsi per entrare e uscire dalla tenda, l'abitudine di portar pesi sul capo dà loro forme salde e un'andatura elastica. Belle braccia reggono sul capo la. secchia, scoprendo l'ascella liscia. Al pozzo montano in piedi sull'orlo, lasciano sfilare la fune con un tonfo della secchia, e la traggono rapidamente, senza sforzo. Hanno uno sguardo bruno e fermo di gente sicura di sé. Qualcuna porta sul dorso, entro una piega del baracano, il bambino, il quale -ha capito la sua posizione e si tiene ai panni come una scimmietta. Non si vedono uomini. Sciami di ragazzi giocaho alla lippa ; picchiano con la bacchettljl, su una delle due punte di un fusetto di legno che han poggiato in terra ; e appena frulla in aria lo per– cuotono a volo e fanno a chi lo manda più lontano_ Il loro gioco e l'ardore che vi mettono, congiunge alla grande questa piccola nomade umanità. Uscendo dalla zona dei reticolatì si è avvolti in una atmosfera ventilata e profonda come alla presenza del mare~ e sopraffatti, come alla vista del mare dall'alto, si è dalla distesa di terre che da ogni parte lontanano, sperdendosi in dolci ondulamenti verso non so che infinità. - Una strada che taglia in due la pianura si slancia a perdita d'occhio verso settentrione. A vedere il suo impeto, sembra che non dehba fermarsi se non al mare. A mezzo chilometrQ dal paese, un secondo rettilineo di. più miglia si stacca ad angolo retto dalla prima strada e si perde verso ponente. E la camionabile che a Sidi-Ohàled discende il primo gradino del Gebel, a, Tocra raggiunge la costa e la segue fino a Bengàsi_ Un poco più avanti, un altro · rettilineo da togliere il fiato si parte, come un razzo, verso levante. È la camionabile che per Sidi-Rahùma, - il cui marabutto s'inta– glia nel cristallo dell'atmosfera ai margini della visione, - rag– giunge la costa a Tolmetta. Si sen!e sùbito che la misura dello spazio è altra che in Europa, e che qm le strade hanno da essere aniniose. Queste sembrano frecce messe li a, indicare i punti cardinali, sembrano meridiani e paralle1i disegnati sulla terra. Tali devono essere certe regioni della fortunata America; pianure sterminate che strade diritte . ' come fucilate, squadrano a chilometri di campi rigogliosi. BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy