Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
M. BonfanUni - Su Federico A.miel 545 16 mars 1881 (dim heures du soir). - Ma soeur L. m'envoie un vase d'azalée, ri,che en fleurs et en boutons. Fida m'a,pporte des -roses et des violettes de Nice. Chacun me gate; cela prouve que je suis malade .... Le temps était superbe. Mais j'étais sans force à la promenade, et suis rentré bien vite. - 22 avril 1881. - J·ournée solennelle. J'étais mourant à l'aube .... 25 avril 1881. - .... Mes deux soeurs, Fida, son revenues, jusqu'à deux fois. Les regards, les paroles, les: attentions, avaient la livrée du deuil. Pour moi-mème, j'avais la mème opinion .... J'étais prèt à finir dans la jol!rnée, et je m'étais arrangé pour mourir en paix. E sono sincera e acre poesia, le notazioni di questo morente che ogni mattina si fa vestire e alzare, con una tranquilla e dispe– rata energia, che forse è il rimorso di troppa fiacchezza passata, di troppo tempo perduto; e scrive ancora, come a riscattarlo, ser– rato alla gola dall'asma, stretto ai fianchi dalla morte, per noi, per se stesso, per quella verità in cui non aveva abbastanza creduto. Morì pochi giorni dopo, in calmn, perfetta, come Epitteto, come Spinoza, come il suo « dolce amico >>Carlo Heim. . Ma egli non ci ha lasciato solo· questa sublime immagine di morte; e da queste pagine il pensiero corre riconoscente alle altre di altissima e vitale poesia. Quest'uomo così tormentato aveva il dono di vivere in comunione con la natura, la delicatrzza di sen– tirne ogni elemento, di rendere tutta la dolcezza dei mattini, la profonda serenità delle notti, che gli erano concesse quale divino compenso agli oscuri tormenti del cuore. Forse è appunto perché nessun ideale troppo a lungo lo stringe, e nessuna forte passione gli fa velo, ch'egli sente con tanta semplicità, che vede con occhio così puro, che respira il « profumo dell'essere>> ? Ci sono delle «mattinate>> che cominciano come un inno, piene di fiori, di canti di uccelli, di azzurro, di limpido vento, di palpiti dolcissimi e pro– fondi di vita. Egli è stato il vero creatore del paesaggio moderno, forse quello che più puramente ne abbia cantato. La frase giu– stamente famosa/ che un paesaggio è uno stato d'animo, è sua; ma egli questa volta non ha saputo soltanto ragionare, s'è abbando– nato all'onda pura del suo sentire, ha gustato alfine la felicità profonda di vivere in pace con se stesso e con gli elementi. Ci ha lasciato delle «notti>> che resteranno sue, finché esisterà al mondo poesia. Splendide clair de lune sans un nuage. La nuit est grave et maje– stueuse. Le troupeau des colosses dort sous la, garde des étoiles. Dans les vastes ombres de la vallée scintillent quelques toits épars, tandis que l'orgue du torrent enfl.e sa note éternelle au fond de cette cathédrale de montagnes dont le firma.ment fait la vofl.te .... -MARTO BONFANTINI. 35. - Pl-oaso. BiblrotecaGino Bianco
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