Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
Stt Federico Amiel 541 La Fontaine e sui limiti del suo mondo morale, trarne la sbalordi– tiva conclusione che << per un Francese veramente francese>> il cri– stianesimo non eia;iste ! Eccolo, nella Oaractéristique générale de ,l. J. Roiisseau, del '78, sforzarsi, in quaranta pagine, a dir tutto quanto si può dire di Rousseau, perché tutto è sullo stesso piano per chi si riferisce continuamente all'universale, costringersi al punto di vista del << Tribunale dei "forti)), sottoporsi a un lavoro immenso e a una fatica inumana, per giungere a quello che egli stesso sinceramente giudica un <<rompicapo)), « che non servirà né a Rousseau né a lui stesso)). Gli mancava il senso della gerarchia dei valori, quello spirito « che consiste nel prender le cose nel senso che esse devono avere, nel mettersi 1-11 livello delle circostanze ; che è vera giustizia; che indovina, pesa ed apprezza, leggermente e bene)>; parole giustissime, ma che gli vengono dettate solo dal dispiacere di essere mal giudicato da un allievo ed amico per certe « nugae )) poe– tiche, delle quali non sa, servirsi egli stesso al momento opportuno. Altra volta giunge a qualche sommo principio, a qualche verità sentita e trovata da lui, e quindi a un robusto desiderio; e desiderio e volontà sono con la stessa prontezza infirmati, in grazia del so– lito punto di vista «cosmico))! Et sur ce point, je sens de mème, car une belle page est belle par une sorte de vérité plus vraie que l'enregistrement de matériaux authen– tiques. Rousseau était de cet avis. Un chroniqueur peut trouver à raturer Tacite, mais Tacite survit à, tous les chroniqueurs .. Je sais bien que la tentation esthétique est la tenta.tion française, j'en ai souvent gémì. Néanmoins, si je désirais quelque chose, ce serait d'etre un écrivain, un grand écrivain. Laisser un monument acre perennius, un ouvrage in– destructible, qui fasse penser, sentir, rever, à travers une suite de gé– nérations; cette gioire serait la seule qui me ferait envie, si je n'étais sevré méme de cette envie. Ce livre serait mon ambition, si l'ambition n_.était vanité, et vanité des vanités. Avverte il sempre giudizioso Bouvier (e il Thibaudet di recente lo ha dimostrato) che non bisogna prendere alla lettera tutte le angoscie del giornale, e che il vero Amiel fu nella sua vita un po' meno infelice e un po' meno agitato di quanto sembrerebbe : Amiel stesso coll'abituale onestà riconosce l' «ingrandimento)) che comportava la trascrizione di certi pensieri. Pure non è difficile im– maginarsi che, malgrado la discreta fortuna lasciatagli dai genitori, malgrado l'affetto dei parenti verso lui orfano, malgrado i viaggi, la cattedra universitaria a ventott'3,,nni, le molte delicate amicizie femminili e le fedeli e brontolone amicizie maschili, la vita di un uomo travagliato da un tal dissidio non deve esser stata troppo felice. E il più grave si è che egli conosce troppo bene il suo male, che ne dà delle analisi spietate e chiaroveggenti; dopo le illusioni BibliotecaGino Bianco
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