Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

DELFINO OINELLI a1nQUEffilbA blRE ROMANZO L. I 2 ___ ,,,, ___ _ « Oi sembra -di poter affermare che l'arte di Delfino Oinelli, quale particolarmente si rivela in quest'ultimo romanzo, rappresenti grosso modo l'ideale cui tengono oggi, in un ritorno all'arte narrativa un po' forzato e che si manifesta nella ricerca di schemi in cui adeguarsi con un nuovo volto, molti nostri giovani scrittori. ... « .... La vita dei suoi personaggi attorno ad un fatto, ad una vi– cenda, .sembra partire da dati di cronaca, facendosi arte nella chiara semplicità delle linee del disegno netto che crea profili schietti contro uno sfondo 'ben designato nei particolari ma che non domini con ecces– siva insistenza il personaggio. Esempi bellissimi di questa efficacia con– templativa potrebbero trovarsi con notevole frequenza in questo volume. « :i1:: un fatto che i personaggi vivono, e quel che importa si è che vivono artisticamente, all'infuori di quel movente. « Dobbiamo piuttosto concludere che il pregio 'maggiore del Ci_nelli sta infine in questa sua perizia nell'usare una prosa essenziale, priva di elementi oratori o decorativi, pur abbandonandosi alle pienezze de– scrittive, con una sobrietà che rivela l'interna ricchezza espressiva. « Trovare il punto del perfetto equilibrio: nonè allora che nasce l'arte ? A questa bellezza più di una volta si è avvicinato Delfino Cinelli ii. l!]MANUEL GAZZO, .nell'lnd-ice, 10 Marzo 1931. « Oinquem.i,!a !ire è un bel romanzo, concreto, vivo, sanguigno, da far pensare che le esequie del romanzo siàno cantate gratis e anzi tempo, e che, se riusciremo a ·scriverne ancora a lungo così, il romanzo non mortrà più e, non ci vorrà più che un 11asso anc6ra per rinnovarlo sul serio. Oinquemila lire fa pensare subito alla Trappola; c'è lo stesso vigore espressivo, la stessa rapidità di moti, la stessa eleganza nerboruta del disegno e qualche cosa che arieggiando alla aulica novella toscana del Sacchetti e del Lasca, dà pu,re non so che sapore di freschezza non consueta allo stile. Se non che Oinquemiia lire è forse anche più nitido di Trappola, e certo è più profondo .... E quanti altri episodi forti, ro– busti, rappresentati con pochi tratti decisivi, efficacissimi.... Insomma U romanlllo del Clnelli mi pare una ·delle sue cose migliori i). FERNANDO PALAZZI, L'Italia che scrive, Marzo 1931. « Oinquemi!a lire .... racconto è, senza dubbio, e uno dei più forti che abbia letto in questi tempi.... El poi .un senso profondo della colpa, e della necessità, o fatalità, dell'espiazione; un senso, tanto più efficace, quanto meno ostentato, della bontà umana, capace di tutti i miracoli. Infine un sentimento della natura che nel Oinelli è tutt'altro che nuovo .... Cinelli ha una sua propria cordialità di sentire, una sua propria sempli– cità d'ideare .... ii. LUIGI TONELLI, I! Marzocco, 22 Marzo 1931. I FRATELLI TREVES MILANO rl BibliotecaGino Bianco

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