Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
MARINO MORETTI VIALAURA IL LIBRO DEI SORPRENDENTI VENT'ANNI l:.ire 15 ________ ,,,,-------- Non so se Moretti abbia mai letto il G1tglielmo Meister di Goethe o se in– direttamente ne abbia. avuto notizia. Gli schemi di sviluppo, i temi morali, di quella smisurata epopea romantica e antiromantioa e di questi fragranti e domestici ricordi, si somigliano non poco; nell'una e negli altri dall'ideale di ribalta si passa alla vita concreta ; dal Meister filodrammatico al Meister cittadino, professionista, chirurgo; dal Moretti ohe quasi a nulla aspirava quanto a recitar la parte di Malate– stino nella Francesca dannunziana al savio, prudente, idealmente prosaico prosatore Moretti di Cesenatico. G . .A.. BORGESE, Oorriere della Sera. È in lui un sangue ohe si è affinato, si è ingentilito nelle maniere e nei gesti • della gente per bene, e ha perduto ogni sua prepotenza: e questo l' .ha messo, egli crede, in quella zona indecisa, de– gli scrittori di tono intermedio, onde gli dà tanto cruccio il ripet.ersi di quell'aggettivo di dubbia luce, e cre– puscolare». Non oi avvenga pensare che Marino Moretti abbia bisogno cli essere confortato, rassicurato, di.sen– tirsi scattare in proteste -che proprio questo scrittore dalle gamme cangianti e delicate, cosi inclinato sul popolo più comune e cosi fuggitivo in sè stesso per squisita sensibilità, è quello ohe ci ha fatto godere di lùi : egli lo sa molto bene; sa ohe è qualcuno e qne– st' uno. Ma vorrebbe essere un altro, come i più degli uomini, ora ohe ò impossibile mutare destino. SILVIO BENCO, Piccolo della Se,·a. Ne esce fuori piuttosto che le ricor– danze di Moretti, quelle della nostra generazione: un libro unico nel suo genere, originale per traboccante sin– cerità, un'opera d'arte ma insieme anche un documento impareggiabile di tutta un'epoca. È stato però un beffardo destino il nostro, che sia pro– prio lo scrittore ohe abbiamo sempre , reputato persin troppo innocente, a darci la caricatura più atroce - per– ohè più somigliante e più divertente della nostra giovinezza ! FERNANDO PALAZZI, Resto del Oarlino, Moretti in queste pagine non ha solo ricostruito, con intenzioni ironiche e critiche, il proprio ritratto giovanile ma il quadro di ùna singolare stagione lettera.ria. È forse perciò - e per il gusto, la grazia, la verità, il distacco nell'osservare cose e uomini - che Via Laura ri suita un libro cosi bello, uno tra i più belli, certo, che il Mo– rett,i abbia mai scritto. Libro di ri– cordi, si, e di ricordi giovanili, tra la scuola e la vita, dove s'incontrano - sullo sfondo di Firenze al principio del secolo - nomini, vicende, clima d'allora colorati di non so ohe ma– gico colore di lontananza, vicina, di cronaca che già diventa storia ADOLFO FRANCI, L'Àmbrosiano. FRATELLI TREVES MILANO BibliotecaGino Bianco
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