Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
632 A. FRANCI, Italiani e forestieri Benedé, Guido, e tu dovevi intendere: Oj,etti, Puccini, Di Giacomo, Croce, Da Verona>>. Ben preso André Maurois: « Di media -statura, giacca ne~a e _pa~– taloni a righe, volto scarno e abbronzato, - tornava da un viaggio_ ll~ Oriente sulle tracce di Byron, - il mento aguzzo e le mascelle forti, 1 capelli folti ma già grigi alle tempie con cura pettinati e spartiti dalla divisa Maurois non solo serba, chiari e distinti, i segni della propria razza,' ma quelli della sua educae;ione mondana e letteraria: l'amabile e sottile charme dell'alta borghesia francese temperato da una lunga consuetudine con la vita ,e i costumi della società inglese». E Carlo Placci è evidente in questo atteggiamento: « .... ci metteva la grazia di un fiorentino che sa il viver del mondo, senza spreco di parole: accenti, punti, virgole a posto, ti porgeva, su un piatto d'oro, la cronaca mon– dana e aristocratica d'Europa .... ». ~ figure, i volti, gli aspetti di letterati vecchi e giovani, di forestieri e di nost rali si aggirano e si rinnovano senza tregua nelle pia,cevoli pagine del Fra:p.ci, il quale pare anche che con più soddisfazione si attardi quan do in q uei volti e in quegli atteggiamenti -spesso travolti e confusi nel debole quotidiano della cronaca letteraria ritrova i segni tenaci delle cose durature : tra– dizione e poesia. ETTOREJ ALL0DOLI. CuRzro MALAPARTE, Sodoma e Gomorra. - Treves, Milano, 1931. L. 12. Abbiamo un narratore: cosa rara e preziosa ai tempi che corrono, ma che io credo giustissimo enunciare così 1senz.a,rumore, con tran– quilla fiducia. Con tanto maggior fiducia, in quanto non trovo in Mala– parte (benché il libro non sia ancor tutto bello), quand'è migliore, nulla cli sforzato e s·orprendente, da colpir:e e stupire, sul tipo di e-erti dub– biosi mir acol i, ma qualità, pacifiche, beni sicuri e naturali, tali da an– nullare :p.el lettore ogni sorpresa, e suggerirgli invece una semplice e onesta a ccet tazione. E un'altra co,sa trovo buonis,sima, direi « esem– plaJ.',e>> : la sobrietà letteraria, la chiara tendenza a liberarsi daUa « ma– nier.a ». Sentite subito fin dall'inizio, come il tono è schietto, e sim– patico: Seppelliti i nostri ultimi morti nel cimitero di Rocroi e ripreso il cammino verso il settentrione, ai primi di dicembre eravamo giunti nel cuore del triste paese Vallone, che abbraccia con le sue immense foreste di abeti, le terre di quella parte del Belgio confinante col Lussemburgo. Nessuno aveva memoria d'un inverno così rigido: la notte si udivano i lupi ululare nelle abetaie e il gelo stanava i cervi e i cinghiali dal folto delle macchie verso le radure bianche di neve, sin presso le case di Carlsbourg, dove avevamo i nostri alloggiamenti invernali. (La Mad– dalena di Oarlsbourg). Si sente subito il narratore tranquillo e risoluto, padrone della materia senza bisogno di farle violenza. Impressione che sempre più ci conforta anche a guardare l'inizio di Donna rossa, o la ironica « re– lazione>> ,sui bellicosi rapporti fra F'erra,ra e Comacchio, che dà prin– cipio a Il Moro di Comacohio. l<'ino alle prime pagine dell'ultimo BibliotecaGino Bianco
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