Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

M. RAPrs.,uwr, Raccolta di poesie scelte dai poemi e dalle liriche 621 E anche più felice d'invenzione è questo Sole d,inverno: Cari mi siete o colli, Quando nel verno vi saluta il sole Quando con l'alba tremano L'argentee brine su, l'erbette molli, E all'ombre umide imbrunano Il ridestato calice Le tenere viole. Sul tortuoso calle, Dove il cardo le foglie ispide muta, Va saltellando il passero, E fra il timo s'inseguon le farfalle; Di tra le macchie roride Il carbonajo affacciasi, E il sol chiaro saluta. E moderna di spiriti ed efficace pur in certa .sprezzatura formale è questa Metamorfosi : L'intelligenza mia torpida cade Nella gran notte, nell'immenso oblio; Una sostanza minerale invade Il mio capo, il mio core, il corpo mio. Non bramir d'odj, non cozzar di spade, Non ghigno, non dolor, non canto pio, Non biechi nembi, non dolci rugiade Mutan l'alta quiete ove son io. O marmorea beltà, figlia dell'arte, Ecco, nel tuo fatal gelido regno, Poi che infrante ho le forze e !'.armi ho sparte Simulacro di me rigido vegno : Or che di me peri la miglior parte, Dei baci tuoi, dell'amor tuo son degno. In questi versi, senza pure la rotonda finitezza che è propria del- 1' Abruzzese, par di sentire un principio dannunziano; cosi come lo si sente in Mors et v,ita: O tenero verde ridente Per l'aride rime de' lidi; O appeso alla roccia imminente Fecondo tripudio di nidi.. .. . Poeta di malinconico affetto, dallo stampo romantico, di quegli spi– riti che alla propria malinconia fanno partecipare le cose terrestri soli– tarie, anche quando par che distàccatamente le descrivano. Solo, attra- BiblìoteGaGino Bianco

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