Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

G. M. MONTI, Le Confraternite medievali dell'Alta e 111edia Italia 619 verse, di tutte le classi, quando le classi nettament~ dividevano la -so– cietà, tanto che in una di quelle confratrie, a Firenze, nella carica di guardiano, il figlio di Lorenzo dei Medici poteva succedere a un umile ottonaio. Ma, oltre a que.sto, ip. tempi di eresia pullulante opposero le più ferme resistenze ai margini della tradizione romana e della Chiesa, furono "si.curo strumento per la difesa e la conquista cristiana, della società. Tra le confraternite, come è noto, fec~ro parte a sé quelle dei disciplinati. Ordinamenti e preghiere, op_ere di beneficenza, e canto di laude, ebbero in modo a-.ffinealle altre, ma l'abito della penitenza fu specifico di esse. Disciplinati, battuti, flagellanti, scovatori, scuriati, si moltiplicarono dopo il moto, notissimo, di Ranieri Fasani. Ma il Monti, per restringer-si ad esso, mi pare trascuri troppo l'altro moto del 1233 suscitatq dal fra-te domenicano Giovanni da Vicenza, e quello, impor– tantissimo (il Galli lo ricorda) che, verso lo stesso tempo, moveva da Parma a opera di un certo frate Benedetto, del quale ampiament~ parla la Cronica del Salimbene. Quest'opera del Monti, e l'altra ch'egli prepara sulle Laude, giove– ranno assai a precisare, disciplinare, riassumere in una sintesi di vita questi studii. Qualche dimenticanza in materia di tanta mole e così dispersa, è più che perdonabile (la bibliografia è sterminata e i ricerca– tori locali che hanno pubblicato, come documento e, in generale, senza corredo crit1co, statuti o singole laude, sono legione). Ma consenta l'au~ tore che mi dolg'.a per due cose: primo, perché fra tante confraternite citate nel libro è dimentir.ata la Scuola dei Battuti di Santa Marta della mia Como, di cui si conserva ancora un laudario che contiene, fra altre cose singolari, una versione lombardeggiante d(ll famoso contrasto jaco– ponico del vivo e del morto ; secondo, perché è fatto nei due volumi pochissimo cenno del padre Giuseppe Galli, che nei suoi scritti sÙl Gior– nale storico e nei suoi spicilegi di antica poesia religiosa, è ,stato per tl).tti un maestro. Ma, obiter dictum .... Perché l'opera del Monti ripara, col suo im– ponente contributo documentario ben coordinato e con le sue conclusioni, al frettoloso disdegno della vecchia critica per quelle lontane forme di misticismo collettivo. Lu. « rumorosa devozione>> del Carducci è stata 1ma frase cattiva. C'era più anima nel canto orante di quei fedeli, ugua– gliati sotto il saio della penitenza, il rigore della disciplina, la pra– tica della fraterna carità, che nelle stucchevoli rime d'amore dei trova– tori aulici, sulle quali parve gran cosa e grave l'affàticarsi sterile degli eruditi. FRANCESCO CASNATI. MARI~RAPISARDI, Raccolta di poesie. scelte dai poemi e dalle liriche, con introduz'ione e commento di NuNzro VACCALLuzzo. - Sandron, Pa– lermo, 1930. L. 9. Questa ,scelta del Vaccalluzzo, attentissima, ricca di commenti, pre– ceduta da una vivace e cordiale introduzione, riapre il caso Rapisardi; ma ~on credo che l'amorosa industria dell'interprete valga a farci ri- BibliotecaGino Bianco

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