Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

N. RoDOLICO, Carlo Alberto Principe di Carignano 611 zione particolareggiata. Vi sono evidentemente ostacoli, per ora, nella insufficienza di documentazione; chi sa che ulteriori ricerche non ci favoriscano. È vero, intanto, quel che dice il Costa, che, in seguito alle seconde nozze non principesche, « i loro nomi» (anche quello di Carlo Alberto?) furono cancellati dall'Almanacco reale sabaudo? Il Rodolico non ne dice nulla. Nel 1812-1813 Carlo Alberto è §tato educato a Ginevra (ove la madre si era trasferita), presso un pastore protestante, grande ammiratore del Rousseau. Il Rodolico non manca di rilevare l'importanza del fatto, tanto più che il principe, anzi il re, conservò grato ricordo 1 di quella educazione e del suo maestro. (Colà egli veniva chiamato, _riferisce il Costa non senza un certo scandalo, semplicemente« M. Charles»). Ecco, però, un punto, su cui una ben più larga illustrazione s'imporrebbe pro– prio. Occorrerebbe incominciare dal ricostruir la figura del precettore, con ricer'che a Ginevra stessa, e inquadrarla nell'ambiente religioso e intellettuale della città. Gli accenni del Rodolico alle varie correnti, che allora si agitavano a Ginevra, mostrano ch'egli si è reso conto del pro– blema, pur senza accingersi a risolverlo. Ragionevolmente egli conget– tura un rapporto fra il russoniaruesimo di quell'educazione ginevrina e « la seule religion naturelle », che iin Carlo Alberto scopriva, esterre– fatta, la regina Maria· Teuesa nel febbraio 1816. Le opere del Rousseau ebbe il principe di Carignano nella sua biblioteca, gli èlogi del Rousseau tornò a sentire dai moi giovani amici a Torino. Tutto questo è registrato coscienziosamente dal Rodolico ; ma sono fatti di tale importanza, che una tra,ttazione particolareggiata, da, parte sua o di altri, ,si fa deside– rabile. E certo interessante ritrovare l'influenza di Ginevra e delle sue correnti religiose, così nella giovinezza di Carlo Alberto come in quella del conte di Cavour: due personaggi così dissimili e cosi poco amici tra loro. Camillo Cavour poté svilupparsi, insomma, liberamente; le sue convinzioni maturarono per riflessione interna, e ·in mezzo a una grande ricchezza di esperienze a contatto della cultura e della vita europea del tempo. L~ sorte di Carlo Alberto fu ben diversa; non per nulla egli era destinato ad essere il successore di Carlo Felice. Venuto in Piemonte alla fine del maggio 18H, egli crebbe da allora in poi sotto una stretta sor– veglianza,, nell'ambiente della Corte restaurata. E il periodo della «crisi» : crisi che si risolverebbe, fra il 1817 e il 1819, in un ridesta.mento di energie, in un fervore cli studi, in un'adesione completa alla religione cattolica. L'ultimo punto, chi pensi quanta parte abbiano avuto le preoc– cupazioni religiose in Carlo Alberto re, è capitale. Francesco Ruffini lavora da un pezzo intorno alla religione di Cavour; non sarebbe male, che qua1checlun altro si mettesse di proposito a studiare la religione di Cado Alberto. Per ora, in questa crisi religiosa ci si vede poco chiaro : riesce soprattutto difficile distinguere quel che fosse evoluzione intima da quel che potev~ essere adatta.m.ento, dopo le prime resistenze, all'am– biente, e piena assunzione del proprio compito dinastico inteso secondo la tradizione. Il Rodolico ha evitato l'errore di dare uno sviluppo sproporzionato all'anno fatale nella giovinezza del Carignano, il 1821. E ha serbato BibliotecaGmo Bianco

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