Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

604 M. Barbi pubblicare un testo latino o greco ,senza avere della lingua quella cono– scenza che si acquista con una preparazione s:peciale, e della civiltà Llei Greci e dei Romani e della loro vita pubblica, e privata quella informa– zione esatta che dispone a dar giusto valore ai vocaboli e alle espres– sioni: per da,re in luce opere scritte in italiano di questa preparazione non si sente nessun bisogno; ,si può improvvisare; è questione d'acume e d'orecchio. E mentre per uno sfarfallone di latino si boccerebbe un alunno a quinta ginnasiale o all'esame di maturità, qui ,è lecito anche a docenti o aspiranti universitari scambiare le guagnele (i santi Evan– geli) con le « guarnacche », prendere gli erri ( cosi si chiama van da noi i Tedeschi, come più tardi rnonsù i Francesi) per « ferri da pozzo))' e stampare che le peta sono atti giudiziari. Si riproducono cento volte gli stessi testi, e nessuno si cura di vedere se il problema critico è stato precedentemente ben posto: credo non si pensi neppure che ogni testo ha un suo proprio problema che occorre detemninare e risolvere prima di mettersi a prepararlo per la stampa, tanta è l'inesperienza e la disabi– tudine da queste faeoende, anche fra gli ,studiosi nostri migliori .. Seguire la via altrui par più prudente che tentarne una nuova, e per èssa si pro– cede incerti fra la paura cli passar da pedanti e il timore di trascurare quello che un editore scrupoloso non deve lasciar andare. Così avviene spesso che si riproduca quello ,che è inutile esteriorità, e non sri.rispetti quello che è fatto ca-ratteristico di un dato tempo e di una data cultura ; che si offrano varianti senza alcun yalore, e si tralasci di mettere in ri– lievo ciò che è essenziale per la storia e la comprensione del testo. Mi consenta un esempio. Lei sa che l'edizione del Frey delle rime di Michelangiolo è una riproduzione più diplomatica che critfoa di tutto ciò che ,si trova scritto in versi di mano di quel gra-nde, ordinato secondo che per indizi e supposizioni d'ordine intrinseco ed estrinseco si può credere sia 1:ordine cronologico; e sian poesie compiute o semplicii .abbozzi, siano versi del Petrarca trascritti per ricordo o come .spunto a poesie pensate ma non fatte, o tentativi las-ciati in tronco quando il pen– siero cominciava appena a determinarsi, tutto è messo in ordine rigoroso -con numerazione ·progressiva. Ricorda, quando s'arriva .:finalmente a una raccoltina di poesie scelte e ordinate da Michelap_giolo stesso per. pub– blicarle, che cosa è venuto in mente al Frey di fare ? Sotto un ·solo nu– mero della serie progressiva egli ha infilzate tutte queste poesie come se fossero terzine di un canto di Dante o ottave del Furioso ; e così queste poesie, che dovrebbero avere, come il vero canzoniere del Buonarroti, un -posto d'onore, perdono ciascuna la propria personalità e diventano parti di un dato' numero. Veda ora l'edizione Amendola e quella del Papini, e troverà ripetuta sin questa material.ità cy.e repugna al buon senso critico, quasi a discostarsene avessero paura di non apparire abbastanza precisi ,e scientifici ,come il dotto tedesco. E osservi un'altra cosa: Michelangiolo si può dire un poeta in formazione. Di rado riuscì a far cosa perfetta: per lo più furono prove e abbozzi, e talvolta si esaurì in tentativi succes– 'Sivi senza che arrivasse a forma che potesse sodisfarlo. Far giusta stima della sua opera poetica non si può quindi, se non ci è dato nell'edizione il modo di considerare questo sforzo verso un'arte a cui per tutta la vita aspirò senza che potesse aver mai la preparazione letteraria e la tecnica BibliotecaGino Bianco

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