Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

Le 1tniversità americane 601 dimostrano. Ed è vero che, a parità d'anni di studio, lo studente europeo in generale dimostra maggiore maturità ed ha più cognizioni di quello ame.ricano. · Ma pochi paesi hanno lo stesso amore pu la scienza, la stessa pas– sione per gli studii superiori, la stessa ammirazione per coloro che si sono illustrati nella vita intellettuale, che ha il pubblico americano. Questa fede è talvolta ingenua e scambia l'E.,Sterno per l'interno, ma è sincera e va raffinandosi e migliorando, né passerà molto tempo che finirà per produrre una « éÌite >> capace di discernere col gusto e con la finezza dellE.-aristocrazie, come è già avvenuto, in parte, per la musica e per le arti. L'affluenza della gioventù agli studii superiori è stata cosi rapida e soverchiante che forse oggi non vi sono abbastanza insegnanti negli Stati Uniti per rispondere in modo degno alla richiesta. Ciò almrno mi diceva un illustre direttore di un grande «college», e se questo -è vero, a questo va attribuito il fatto che talora ci si trova di fronte a qualche elE.-mentonon bene preparato per l'insegnamento. Un professore europeo mi raccontava ridendo di avere un giorno ricevuto la visita di un pro– fessore americano, che era stato chiamato ad insegnare una disciplina che non conosceva, e per la quale voleva da lui iezicini. A me questo epi– sodio non mi fa tanto sorridere, anzi mi riempie d'ammirazione e penso a certi professori europei che, essendosi trovati in pari situazione, si -sono bene guardati dal chiedere ad un professore competente qualche lezione. 7. - Ho detto sul principio che vi è in America una certa incoscienza di quello che l'America stessa sia e valga oggi. Forse si trova piuttosto questa coscienza presso gli uomini d'affari e presso i politici che presso gli intellettuali. L'America si trova oggi nella situazione di uno Stato quasi egemo– nico, non soltanto per le forze militari e per quelle economiche, ma anche per il « mito americano» che affascina tutti i popoli del mondo. Da un capo all'altro dell'universo l'imitazione dell'America è !liventata di moda. M81sseenormi di popolo protendono i loro sguardi verso gli Stati Uniti come il posto dove si è realizzato il Paradiso Terrestre, e sperano, col– l'adottare gli stessi sistemi di vita o le forme esterne di questa, di rac– cogliere gli stessi frutti. Questa posizione egemonica degli Stati Uniti è piena di responsabi– lità. Essa è in contrasto con quanto pensano in generale gli intellettuali. Non si può negare che vi sia fra. questi una, corrente di critica per le forme di vita che hanno portato il loro p81esealla presente grandezza e potenza. Nel romanzo, nella critica, nelle riviste più vivaci e che si leg– gon più volontieri si sentono spesso dure riserve o acerbi attacchi alla mentalità e alle istituzioni americane. Non posso giudicare se esse siano tutte o in parte giustificate. Tuttavia un certo buon senso ed un criterio storico mi insegnano che una Nazione e uno Stato non si reggerebbero, se negassero cosi profond~ente le ragioni di vita e di idealità, come affermano nei loro scritti molti critici e intellettuali americani. Una ci– viltà che è negata, può sempre rispondere come il filosofo rispondeva al B bliotecaGino Bianco

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