Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
600 G. Prezzo lini colazione deUa mattina col « grape-fruit >>e con i « corn-flakes >>fino allo spettacolo della sera, con una serie di « girls » sulla scena, nulla è mutato. In realtà il loro viaggio in Europa è solamente uno spettacolo cinematografico durante il quale possono immaginarsi di non avere la- sciato gli rStati U,niti. . Occorrerebbe rendere più fruttiferi per gli studii e per la conoscenza queste visite di studenti, rendendo loro possibile di avvicinare veramente l'anima dei popoli europei e i centri di studio. 6. - Non si può pensare all'università di un paese, senza pensare a tutta la sua vita, di cui queilla della coltura superiore ,è soltanto « una» maniff'stazione. Non esiste un clero, una classe intellettuale·, degli arti– k;ti, separati dai moventi spirituali e dai motivi di fede che danno forza a tutto il paese in cui vivono. E ciò è vero particolarmente per l'uni– versità americana, più delle altre università mantenuta in continuo contatto con il proprio paese, da correnti non mai interrotte di ricam– bio con le classi sociali del paese. Qui giornalisti, avvocati, giudici, e talò-rn uomini d'affari tornano a.ne università donde sono venuti, e vi riportano la dottrina che ricevet tero, accresciuta dalla loro esperienza. Mi è stato detto che l'università americ.ana non ha una grande impor– tanza nella vita politica del paese, e qnesto può esser v,ero, per quanto riguarda la vita immediata dei partiti e gli organi dello Stato; ma nor– maìmente la influenza del «college>> e della univer~tà, che del «college» è stata lo sviluppo e l'ampliamento, è immensamente superiore a qudla che esercitano altre università del continente europeo, Inghilterra ec- cettuata. · Un direttore di « college >>mantiene le sue relazioni con gli alli~vi o con le allieve che sono esciti dal suo istituto. Attraverso pubblicazioni e associazioni lo spirito del <<college>>continua ad esercitare un'azione di consiglio e di persuasione sopra una « élite >> che occupa posti sociali e politici importanti. Io non conosco bene il «college>> americano. Ho sentito dire che esso attrav.ersa una crisi ed ho letto che se ne fa una viva critica. Non posso giudicare del « collegé » che da alcuni effetti di esso che mi paiono ottimi. Debbo dire che io credo piuttosto nelle scuole in quanto creatrici di diseguaglianze che in quanto creatrici di eguaglianze. Mi è parso che il «college>> abbia una influenza nel senso che a me piace, cioè aristo– cratico, ponendo una « differenza>> fra· coloro che vi sono passati, e co– loro che non ci sono passati, e avvincendo i primi colla nozione di un compito, di una missione nel proprio paese. Soltanto una scuola che non abbia un carattere puramente intellettuale può compiere ciò. L'edu– cazione in comune di un certo gruppo di persone, fuori dalla famiglia, è essenziale per quèsto scopo. . Capisco quindi la grande importanza che la pubblica opinione ame– ricana dà ai problemi dell'educazione. È un piacere abitare in un paese in cui l'educazione e i suoi problemi sono esposti dibattuti portati di- . , ' nanz1 al gran pubblico, il quale mostra di interessarvisi. . In Europa si è portati facìlmente a scherzare sugli studii americani, sulla loro superficialità, .sulla curiosità un po' ingenua che alle volte BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy