Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931

598 G. Prezzolini forma menta,le creativa; più adatti a conoscer~ le memorie ricche, che le fantasie varie e gli ingegni abili che le menti profonde. Ma i« tests » non sono che un semplice episodio di una generale ten– denza, che fa ai pugni con la valutazione, così tipica ~ella civiltà_ ame– l'icana, di ciò che è individuale, creativo, nuovo, coragg10so, conquistato cou l'affermazione energica del proprio io. 4. - Io non credo che una civiltà si fondi sopra il trionfo di una sola tendenza o di una sola idea, e quando mi chiedono delle caratte– ristiche di un popolo o di un periodo sono piuttosto tentato di trovarle in un contrasto che in una supremazia. Quindi non credo che nella opposizione che ho notato vi abbia ad ~ssere un giorno un vincitore e uno sconfitto. Credo piuttosto che la, vita universitaria americana con– tinuerà a sviluppar,si con questo contrasto in seno, che ,è spinta a progre– dire. Ed alla tendenza meccanica e positiva che ne,lla sua concezione generale è piuttosto estranea al mio spirito, ,si devono alcune non sprege– voli caratteristiche del lavoro intellettuale universitario. Per esempio, è certo che ad essa ,si deve lo sviluppo di quella ammi– revole «cooperazione» che è uno ,sforzo di tutta la scienza contempo– ranea. Col crescere e moltiplicarsi delle scienze (che, poi, non sono più «scienze», come le« ,dita» di una persona non sono più «dita» una volta staccate dal corpo della persona) si è sentito sempre più il bisogno di collegare fra di loro le membra amputate del gran corpo della « scienza» che, per noi idealisti, è la filosofia. E se anche i tentativi esterni non possono riescire, secondo noi, a ridare vita, ad un organismo che, per essere tale, deve essere abitat9 da uno spirito, cioè da un'idea che con– netta e animi il tutto, però è interessante vedere come in America si siano sviluppati tutti i migliori sistemi per fare «cooperare» insieme gli studiosi; e come in nessun altro paese, salvo forse la Germania, siano così in onore gli studii riguardanti proprio il collegamento ed i mezzi meccanici fra studioso e studioso. Il fatto solo, ignoto alla enorme maggioranza dei professori euro– pei, che quasi tutti i profess'Ori americani si giovano di almeno una segretaria, e che molti sanno adoperare vari segretari o collabO'l.'atori ed anche i propri studenti, è un fatto psicologico di grande importanza. Si dovranno studiare un giorno quali sono i mezzi che rendono possibili nei laboratori, nelle ~ciclopedie, nelle ,opere in serie, nella informazione, nei giorna,li e nelle riviste, il lavoro mentale in comune; a quali regole di subordinazione, di concatenamento, di ,sintesi obbedisca. Credo, cer– tamente, che in nessun luogo si possa meglio studiarlo. che, in America e che in nessun paese sia psicologicamente più,s,viluppata la preparazione morale ad esso; cioè che nessun'altra cla,sse intellettuale senta, come sentono professori e studenti degli Stati Uniti, quella buona volontà di <(cooperare»., di, fondersi in uno sforzo comune, di portare, ciascuno secondo le proprie forze, il contributo ad un'opera di interesse generale; e dove la ,solidarietà degli studiosi si'a così larga, così scarsa l'invidia professionale, la maldicenza e lo spirito di demo1izione che sono, pur– troppo, tanto comuni fra gli intellettuali europei. Naturalmente si può discutere se nella storia dell'umanità conta BibliotecaGino Bianco

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