Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
596 G. Prezzolini considerare il professore come uno studente un po' superiore, al quale si va a domandare consiglio: Nessuna scolaresca, credo, come l'ameri– cana offre tante occasioni al professore di conoscere bene, individuo per indi;iduo, i suoi componenti. Fuori della lezione le relazioni personali sono frequenti. Ci sono feste, balli, sport, che mancano in Italia e in Francia o, se vi sono, professori e studenti si tengono rigorosamente separati: In queste occasioni « sociali ii il professore riprende le conver– sazioni con gli studenti: conosce e si fa conoscere. Ciò spiega quello che pare a chi conosce solo l'Italia un enigma o vero scandalo, cioè il sistema di non fare concorsi, ma di scegliere sempre il professore, considerando non soltanto i suoi titoli scientifici, ma anche la sua personalità. In un ambiente come l'università americana dove le relazioni personali sono così frequenti sia tra professori che tra profes– sore e studenti, è molto naturale che l'elemento personale, la conversa– zione, il modo di presentarsi, di vivere, di comportarsi, il carattere acco– gliente o. scorbutico, duro o molle, piacevole o sgradevole, abbiano una importanza maggiore che nelle università dove il professore è una pura « mente >i astratta, che viene scelta per il suo valore scientifico, o per la sua appartenenza a una tendenza o a una dottrina scientifica. Anche in Italia, ben inteso, in molti concorsi e in molte et chia,mate >l di professori l'elemento personale ha influenza, ma questa non è apertamente mai confessata. Quell'elemento umano così importante 1 che ,è il cc prestigio ii, l'irraggiare di una attività spirituale, l'effetto morale di una forza in– terna che nel suo ,svilupparsi e nel suo lavorare si manifesta con la ca– pacità di suscitare in altri il desiderio di eguale sviluppo e di simile lavoro, conta molto nelle università americane (talora nella forma inge– nua del « numero >l degli inscritti), ma conta in un modo aperto e con– fessato; mentre da noi lo si nasconde spesso sotto forme di giudizio scientifico, di concorso, di valutazione astratta. Ciò permette all'università americana di tenere minor conto dei di– plomi, e di fare maggiore appello alle forze attive, agli uomini irrego– lail'i, alle esperienze acquistate in campi diversi, e quindi allo spirito di invenzione, alla novità, alla scoperta. 3. - Qui mi è accaduto di fare un'osservazione curiosa: c'è nell'uni– versità, come forse in tutto quel complesso di abitudini e di tradizio:o.i ~he chiamiamo civiltà americana, un contr,asto evidente. Due forze mi paiono operare in opposizione fra loro nello spirito americano, e questa opposizione è sensibile nel campo universitario. Da una parte c'è una grande apertura mentale, una totale assenza di pre– giudizio, una specie di tradizionale repulsione per la routine, per i me– todi accettati; e questa ap,ertura si trova nel corpo direttivo delle uni– versità, come nei professori e negli studenti. Questa apertura mentale è una delle maggiori attrattive della vita universitaria americana. Pare di respirare più liberamente quando, proponendo nuovi metodi o prove, o ricerche di studio, invece delle obiezioni inevitabili e dei contrasti che si sollevano in Europa, si ottiene incoraggiamento e applauso. Gli studenti sono pronti a seguire per la nuova strada, anche se non sono sicuri che porterà, a resultati incoraggianti. Il corpo insegnante non vi BibliotecaGino Bianco
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