Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
594 G. Prezzolini chi.aro e ,semplice, gli edifici sono fatti per gli studenti, si è pensa~o a renderli pratici e comodi con indicazioni, cartelli, frecce, carte d1mo-. strative. Si sente nella università americana, l'esistenza di una vasta ammi- nistrazione, che pensa, tutela, si occupa dello studente e del profes– sore è a disposizione del pubblico ; mentre nella università nostra l'in~eo·namento è come collocato in una sfera aerea, per giungere alla i:, quale bisogna fare uno sforzo di ricerca. L'università americana attira il pubblico, lo richiama, si fa sen– tire· nei giornali e nelle riviste si trovano gli avvisi che essa pone, condepiti da specialisti che conoscon la psicologia, del pubblico e che invogliano agli studii, e attirano l'attenzione sui va,ntaggi che se ne possono trarre, e sulle carriere che aprono. C'è una pubblicità univer– sitaria che manca in Europa. L'università americana ha bisogno del pubblico, si sente radicata nel pubblico, succhia da esso lo spirito che l'anima, come una pianta coiJlJ le sue radici succhia dal terreno, nel quale si trova, le linfe che le danno vita. L'università europea ha l'aria di una istituzione vjilleranda, che aspetta che si vada a cercarla, e, persino, mette un3t certa difficoltà nel ricevere la gente; vive sul bilancio dello Stato e non ha bisogno d'affluenza di pubblico. Quando poi si entra nelle biblioteche questa impr,essione si fa ancora più sensibile. La biblioteca in Europa o almeno nei due grandi paesi latini, in generale, ha l'aria di custodire i suoi libri con un certo rancore verso colui che viene per scartabellarli; il lettore è spesso considerato come un signore noioso, che potrebbe ben andare altrove, a passare il suo tempo. Il bibliotecario è talora uno studioso minuzioso, che ha i suoi lavori in corso e si sdegna cli essere disturbato nelle sue paa:ienti ricerche. La biblioteca americana, fin dall'ent:r;ata, si sente concepita con al– tro intento ; essa desidera di aprirsi al lettore, ed ambisce a guidarlo e a socçorrerlò nei suoi bisogni e nelle sue ignoranze; l'informazione è la sua caratteristica, come la conservazione è la caratteristica della biblio– teca europea. Non soltanto gli avvisi, i cataloghi, i libri di consultazione posti a disposizione del lettore nella biblioteca americana lo invitano e lo aiutano, ma in generale vi è u;n gruppo di persone che si fanno in quattro per aiutare colui che ha una ricerca da far!èl. Le norme della biblioteca italiana e peggio della francese sono, in generale, restrittive; si apre alle ore e nelle stagioni che fanno comodo agli impiegati, e non in quelle che fan comodo agli studiosi ; non dà èhe un certo numero di opere; non dà che certo gen&e di opere; non permette questo, non permette quello. Io mi ricordo di essere andato da ragazzo in una biblioteca francese di provincia a leggere Villon, ed avendo chiesto al bibliotecario un dizio– nario dell'antico francese in varii volumi, mi fu risposto che domandassi volta per volta, il volume che mi occorreva, facendo la relativa scheda; e restituendo un volume prima di prendere l'altro! Era un pomeriggio d'estate ed ero l'unico lettore. di quella biblioteca; ciò spiega probabil– mente l'ostruzionismo del biblioteeario che voleva passare un porne- BibliotecaGino Bianco
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