Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
\ Ricordo di Ernesto Consolo 591 subito che musica e strumento erano suoi, che il dominatore era lui. Ma dominava musica e strumento donando se stesso. A guardargli le braooia, quando il pianoforte sotto le sue dita cantava, si sarebbe detto, da come vibravano, che in quelle battesse e r,espirasse il suo cuore : e non era il pianoforte che cantava, era lui, Consolo. Ma non meno di me gli deve il Conservatorio di Firenze e gli devono i suoi alunni, molti .dei quali non hanno forse mai saputo, - e posso dirlo io ora, - quanto e come egli li abbia amati e ;protetti. Le prime lezioni di Consolo portarono nella scolaresea fiorentina scompiglio e quasi sbigottimento. A paragone del maestro che lo aveva preceduto, - il pov,ero Bonamici, squisitissimo artista, era diventato negli ultimi tempi anche troppo mite e indulgente, - Conso,lo pareva eccessivamente esiigente e severo. Ma ben presto gli alunni compresero che le sue esigenze e la sua severità erano del tutto giuste e benefiche. Erai un maestro che ,parlava poco, ma che insegna.va, piuttosto che <'Oi precetti e le chiacchiere, con l'esempio: ch e ~ se mpre stato e sempre sarà il miglior metodo d'insegnamento artistico. Faceva, sì, anche lui le opportune osservazioni su l'esecuzione dell'alunno, e spiegava come e perché quel tal passo fosse stato male eseguito e come si potesse e dovesse fare per eseguirlo bene: ma poi ,si metteva aJ. pianoforte e lo eseguiva lui, una due tre volte: e gli alunni intelligenti capissero; e quelli che abbastanza intelligenti non erano, avessero fatto un altro mestiere, che sarebbe stato un bene per loro e -per la musica. Tutti sappiamo che dopo aver ,studiato, a Roma, alla scuola dello Sgambati, Consolo era andato in Germania, dove aveva studiato col Reinecke e aveva avuto lezioni anche da Rubinstein, e aveva conosciuto i più insigni musicisti di quel tempo, da Liszt a Brahms, da Grieg a Saint-.Saens. Conosceva perciò profondamente- ,come pòchi le opere ,lei classi ci e dei romantici tedesci. Ognuno può dunque immaginare il va– lo.re delle lezioni di lui sulla interpretazione delle sonate o dei concerti di quei Maestri:· e ben lo sanno tutti coloro, me compreso, che udirono saggi dei suoi alunnL Credo che gli alunni di Consolo siano stati fra i più fortunati giovani p,iand.s,tiitaliani di questi ultimi anni: e credo che nessuno sia stato meglio di loro guidato a penetrare la profondità di significato e a comprendere la grandezza, della musica, ,sopratutto, di Beethoven. Ma l'amore per i classici e per i romantici, tedeschi specialmente, non diminuiva punto l'interesse di Consolo per la musica più recente._ Stimava la musica di Strauss, gli piaceva quella di Debussy, lo inte– ressava quella dei più giovani, italiani specialmente. Un uomo di ra,ra distinzione, un signore, dicevo. Nella discussione, di qualsiasi a,rgomento si fosse trattato, non si lasciava mai andare a, trasmodare nelle parole: se poi discuteva con amici, e non poteva di– chiararsi dello stesso parere del suo contraddittore, sosteneva il suo punto di vista cercando, si sarebbe detto, le parole più gentili e cortesi, nel timore di ferire l'altro. Da quell'uomo nobile e schietto che era, se gli veniva fatto torto non si doìeva per sé, perché il torto fosse stato fatto a lui, ma perché ciò lo forzava a, riconoscere che se in questo mondo c'è dei galantuomini e della gente onesta, ci sono anche dei farabutti. BtbliotecaGino Bianco
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