Pègaso - anno III - n. 5 - maggio 1931
Amore 577 aveva rimesso in carreggiata. Ma Fausto era andato a Milano, e ragazzi che ci ritrovino, all'età mia, lllon succede più. Abituata com'ero a star .sempre coi bambÌIIli, a affezio1I1armi,spe– cialmente ai maschi, é più che mai quamdo cominciavano a esser gramdicelli, quamdo si avvicinava il momento di doverli lasciare, creda, era uno strazio, ora. E ogni volta peggio. E ogni volta era più duro ritrovare ulll posto. Era proprio per le ragioni che prima mi prendevam volentieri, che ora cominciavam.o a scuotere il oapo, e a dire: Vedremo, ci pen– seremo, le daremo una risposta. Prima di tutto paio più vecchia di quel che non solllo, io vede, son tutta grigia; e davo da dubitare delle mie forze. Poi io son sempre stata al mio posto, nolll mi son mai fatt~ avanti, come ce n'è tante, a forza di gomiti; quando ero più giovane, le signore mi prendeva111volentieri appunto per quello, specialmente le .signore giovani. L'ultimo posto lo dovetti lasciare proprio perché no1I1 ce la potevo più con quei ragazzi; il maschio poi era una birba; era più forte di me, e faceva come gli pareva. Lei è giova.ne, non lo può sapere-; ma è triste qua111do si comilllcia a accorg ersi che n on si può tenere il proprio posto. Come Dio volle, una mia amtica padrona mi dette un indirizzo di certi signori di fuori che venivamo a ,stare a Firenze, di andarmi a preseliltare. Io cì andai, ma tanto lo sapevo che era inutile. E mi tremava il cuore. Sa come succede, non c'è la peggio; anche dav~ti a loro, nel mentre mi guardavamo, sentivo dentro di me quella voce: hanno ragione ~ non prendermi ; son troppo vecchia, troppo debole, troppo brutta; mi scusino. Eran lì tutti e tre che mi guardavano: il babbo, un bell'uomo di una certa età, ma sempre ben portam.te ; un viso energico, un uomo che ha preso il mondo per il verso ; le i, una signora giovane, elegante, vispa, di lassù; di quei posti SOino•anche più allegre; e il ragazzo nel mezzo. E io davanti a loro, col mio vestito buono; tutto 1I1ero,con Ulllagonnella lunga che mi fa parer più piccina che mai, e il mio cappellino di paglia nera .... Vestita a quel modo, sem– bro una vecchia d'ottamt'amni. Dentro di me dicevo: mi prendano, signori, non mi ributtÌIIlo .sul lastrico, mi lascino provare a farmi voler bene da quel bambino. Lo sentivo, lo vedevo che, benché non avessero cuore di dirmelo lì su due piedi, quei signori si prepara– vamo a darmi uma di quelle solite risposte, e già mi mettevo l'animo in paee. La .siginora alzava lo sgua.rdo in viso al marito come per dirgli di far lui quella parte, di risparmiarle la noia, quando a un tratto mi sentii cambiar tutta. Era il ragazzo che mi guardava. Avevo gli occhi come annebbiati da un velo, ma mi sentii trapas– sare da parte a parte. Quante volte, quando mi sentivo sola al mondo, quando mi do– levo di lllon aver nessuno da volergli bene, qualcuno di mio, m'ero 37. - Péqaso BibliotecaG no Bianco
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