Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

438 L. VaUi - Giovanni Pascoli - Ricordi di itn vecchio scola1·0 :faceivwnomnte prediohe come me. Io gli risposi ,scherzrundo che em 111a,turale che gliele facessi io e che llle avevo il diritto perché io lo avevo conosciuto sorbo. - Oooosciuto ,sorbo ? Ohe significa ? ~ Corme ? Non sa la :storia, ? O'era U\11 povero falegnM11e che con un pezzo di legno di sorbo aveva fatto un Cristo, e il Cristo poi ool tea :rupoera < lli.ventaJto fumoso per molti mira,ooli. Il veochio 1 falegmame runda.va ogni tanto quiam.dono111 c'era nes.suno a chie- dergli 1 U111a gr azia e gli diceva ;piano ,piano, : « Gesù Cristo mio, per me lo puoi fare : ,r}cordati che io ti ho conosciuto sor:bo ! >). Rise molto alla storiella e a.I ricordo di ()uando era sorbo) e restò tra noi questa esipressi.0111e per indicare il tempo lll'el quale era oompletamente oscuro. Ma em questo U111 a,rgomento sul quale si poteva be111e schermre co111 lui, ,che a dir v e:r,o,da quando era « sorbo>>a quamdo la gloria 1-o ·aveva sfìo; ra.to e poi avvo1to, ,se non illl tutta la luce che meri– tava, in :mol,to au:nore, egli era rimasto· fiedele a se stesso come poohi srunno rimanere i!ll t,ali 3Jsceinsioni. Aveva oonservaito iden - tic.i i .gusti, gli affetti, le 3llllicizie, la sua semplicità pr1IDJitiva, tutto il suo essere. Aveva gli stessi s}a,nci i!llquieti verso tuitte_ le idealità, lo ,stesso pronto e111tusiasmo, lo' ,stesso dandido ai:rid.ore. Della sua opera ,passata no111 padava q,u0Jsimai; ;parlava :ì,nvece · molto della sua opem futura. E questo dava alla sua amicrna U111 1 a giovinezza perpetua. Qua!lldo p31rtì daJ.la vita il suo spirito ino111 era inveochiafo di una lillloo. Pro,pil'io coane se l'eterno fanciullino) aJttraverso i ·travagli del suo << gmve ospite>> e l 1 e tristezze e le lotte e le fluttaz!Loni del suo pe1I1Jsiero, fosse ,rimaJs.toNllimutato, pronto ,sem1p,rea ,sorridere a pioogere a fremere ed a c 1 an1Jare. Perpetiio gaitdes aetatis fiore - poeta ! LUIGI VALLI. / BibliotecaGino Bianco..