Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931
Giovanni Pascoli - Ricordi di un vecchio scolaro 427 e tra poco verrà la illeve .•.. ecco, vedi, li è la poesia, non c'è bisogno di alildare tanto lootano !... )). E mi accarezzò la testa come per confortarmi, e mi riconsegnò sorridoodo· il manoscriltto. fo tomai 111 posto. Sentivo che il poema e.ra oood3Jil.lil.afo pe.r sempre, ma egli era riuscito a togliere alla idisfa•um.oneogni ama– rezza, e poi avevo avuto un senso così vivo della sua benevolenza ! Guardavo quella sua t-esta ooo le gmindi cfocche ooista10e d.iisor– djnate mentre aveva ripreso a «cruntaire il s1.t-0 laitino >>:pOOJsavo a questo nostro tempo ,stra,no che è iitloopaice di gustare una cosa, così bella come un poema eroico,·« ciclo troiano)), in versi Rciolti.. .. Ogmi trunto guardavo di tmverso a quel povero alberetto dispo– gliato, in mezzo all'autunno, che era, sì, la poesia .... ,Ma il destino, peinsruvo, è veram ente iitlgii u:stocon Ettore! Quan,d,o, dopo tamiti sec,oli, si trova : finalmoo.te uno ohe ,sii riso,lve a cantare le S'Ue gesta, va a nascere proprio in un tempo in cui la gente non gusta più i poemi ,eipìci !... Dopo alcuni anni lessi i Sepolcri del Foscolo : E tu onore di pianti, Ettore, avrai Ove fia .santo e lagtimato il sangue Per la P,atria versato, e finché il sole Risplenderà su le _sciagure uma1D.e. E mi consolai, ché anche Ettore aveva avuto ii suo canto ! II. La piccola scuola del Collegio San Giorgio. - Eravamo, oome ho detto, cmque nel picool-o Ginnasio del Sain Giorgio e fa,cevamo twtti la terza giiiliilasiale. Nel secondo •aillJ.ìtlo, che era l'amno scola– stico 1890-91, facemmo la quarta. e il povero Pascoli, mentre moo-dava timidamerute pe.r il mO!Ilidole plfunàissime Myricae) ci doveva inizia,re ai wsteri dell'alfabeto greco e degli aoristi. Ma il suo tormento, la .suraa.ngoscia era il nostro latil1lo, il mio specialmente. E quando rivedo col pen,siero lui, l' « Ultimo figlio d(i, Virgilio, prole clivina )), l'autore di Pomponia Grecina, del Coo– turio e di Th,aJLusa,,chino sopra un mio ,sciagurato compito di laitino, alle ,p,rese oon le md.e sgrrummatioature, che era100 taitlte e ta.nte, e lo rtivedo· a vol,t,e ,prroodersi la testa fra le mani oon 11lll gesto qu.aisi ,di disperami.one, mi sento proprio umiliato ! « U,11ja, selva selvaggia e aspra e forte di spropositi!>>, esclamò un giorno a-vanrti a lllilO di quei compiti oon l'ari•a aooorata e terr-orizzata. di chi si trovi davvero in una selva, e-guardrundomd con quel sembiante Che madre fa sopra figliuol deliro .... B1bl1oteca Gino Bianco
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