Pègaso - anno III - n. 4 - aprile 1931

426 L. Valli · Il piccolo arrnico, inooraggiato dall'aria benevola del professore, ilil uno dei pri:mi gio:mii di leziolile pi•ese a u1I1 tratto di sotto il mio bruneo H manoseritto del mio poema e andò oon aria grave a depo– ,sitMlo- sul tavolo del Pascoli, spiega1I1dogliin poche parole di che si trattava e tornando 1 senz'altro al suo posto. Il PaisooH coiJTiinciòa leggere ilil silem,io eon una ma1I10tra i carpelli folti. Rivedo quella mamo che eria ,str31o~dinariameinte bianca e :mostrava le veinwture azzurre, una IlIBJil.,o che contra.stava stra1I1aanentecon tutto il resto della sua persolila ta1I1.to più rude, e soJ.o si iaroordava con gli· occhi che er~o pieni di ,soil'ridente dolcezza. . Seguivo la lettura silenziosa iimmagi:nainclo daJ.le pagillle che sivolgeva via via il pulllto dove doveva essere arrimto, ripetendomi i versi che doveva leggere in quel mom,ento e cerica1I1do di illldovi– nare sul suo viso qualcullla delle sue impressioni. Ero certo però che run uomo come qruello dloveviaessere d'aJcc,ordo COIIl me èhe UJI1 p,oeo:naEttore se lo mer:irtava! Quand'ebbe finito (ho detto che- era il primo ca1I1tosolo) mi chlaanò a,c,OOJnto a sé, mi ,gururdò oon UIIl oorrto ilil,teres,s•e,mi pose una o:naIDo ,sulla spalla e <;ominciò ·a dirmd delle cose molto bene– voli. Mi fece osservare come una bella cosa, che due soli versi emmo ,sbagliati. Gli era sp,eck1,lmente piaciuto (dicem) un passo verso la fine dove mi .rivolgevo alla ~11sa, che naituralmente sedeva sul COII1sueto Elicolila « con la fronte orn 1 ata (neanche a <lido·!) di verdeggianti allori)), e le dicevo (questo almeno nel 1Monti non c'era) che nOIIl si ,sdegnasse ,se « i:rrup,uberegàrzone )) osavo bagnare le mie faJhbra,alla fonte OastJaHa, ecc. ecc. Ma poi fece una lunga pausa. Io sentivo che aveva ancora ·qualche oosa da dirmi. e che esitava cerca1I1dole pwole. E raan– mento così bene, così bene, con la spietata memoria di quell'età, tutto il discorso che venne dopo ! . « U!n poemià !... Eh .sì !.. . Una heHa cosa llill poema !.. . Ma .... pecciato ohe adesso i poemi III!orn sia1I10più tanto di moda,!... Vedi, aidesso la- gente non li gus~ più i poemi eroici! ... Ohe ci· VtU.oi fare ?... E poi i versi scioJti.. .. Farne 1t'aniti è un·a oooa di:ffieile !... Dovresti faire qualche altra cosa a.nche U1I1 rpo' più semiplice, sai. ... perché, vedi, la ipoesii,a, nOIIl è m:iica solta1I1·to m quello che f3.lnlP-O . gli err-oi ! Sai, c'è trunta poesia anch~ ilil:torno a noi, da per tut•to, anche nelle cose più semplici.. .. -si trrubta ,di guardare. Ecco, vedi, poco rpTima, dli veni;r qui, mi s•OIIl fem:niato sul pornte a guardare l'hicqu31: c'era òJentr:o il ,riflesso del sole e l'acqua si moveva e pa– reva,. ci fossero tante monetine d'airgento che si. rugitavano. Vedli, quella è la poesia .... Ed ecco, guarda là, (c'era davanti alla porta aperta sul giaTldino 1ID ,piccolo plaitanoi Sèlilza foglie) guarda per esempio quell'a.lberetto tutto spogli-altomentre comililcia a far freddo . ' BibliotecaGino Bianco

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